La gascromatografia serve a dimostrare la presenza di concentrazioni ridotte di sostanze volatili in campioni liquidi o solidi. Per analizzare componenti come ad esempio aromatizzanti, sostanze odoranti o aromi, ma anche percentuali etiliche nel sangue, viene utilizzata l’analisi headspace (analisi in camera a vapore). Un componente essenziale del processo è in tal caso – come anche per altri procedimenti gascromatografici – la siringa di iniezione, con la quale il vapore da analizzare viene iniettato nella colonna di separazione. Essa deve consentire dosaggi costanti e precisi, per garantire la riproducibilità dei risultati cromatografici.
Finora, nel caso di analisi di composti che possono essere separati solo con alte temperature (al di sopra dei 110°C), l’analisi headspace non poteva essere utilizzata. Il motivo è che le siringhe reperibili sul mercato non lavorano, a queste temperature, con la costanza e precisione necessarie. Le loro guarnizioni di tenuta del pistone, O-ring in gomma, non presentano, in simili condizioni di processo, un comportamento di tenuta affidabile, e anche gli aghi incollati non resistono a lungo allo sforzo. Per questo motivo, per l’analisi di componenti semivolatili fino ad oggi veniva utilizzata generalmente la cromatografia liquida (HPLC). Con questo procedimento, però, non si ottengono le prestazioni di separazione dell’analisi GC o headspace.
Grazie all’innovativo design della siringa, Hamilton, azienda operante nel settore della tecnica di laboratorio con sede a Reno/USA e Bonaduz/Svizzera, apre ora nuove porte all’analisi headspace. Le siringhe funzionano senza ago incollato; come guarnizione del pistone viene utilizzata, al posto dell’o-ring in gomma, una molla metallica, che consente la tenuta necessaria anche alle alte temperature. Grazie a questa soluzione, le analisi headspace possono ora essere effettuate anche con temperature fino ai 190°C. Le possibilità d’impiego del procedimento aumentano così in maniera decisiva.