Nella storica alternativa tra la farmacia esercizio commerciale “fornitore” dell’SSN e la farmacia presidio sanitario, parte integrante del Servizio sanitario universalistico, le realtà europee più avanzate, e prima ancora il Canada o l’Australia, hanno scelto la seconda ipotesi. Il farmacista, che operi nella farmacia di comunità o nell’ospedale può fare moltissimo per migliorare il livello delle cure, la sicurezza dell’impiego del farmaco e anche la razionalizzazione della spesa sanitaria. E in tempi di contrazione delle risorse, di riorganizzazione dell’assistenza sul territorio mettere a sistema la farmacia viene considerato un elemento importante di innovazione. È una consapevolezza che oggi si avverte anche in Italia, ma la Federazione, nel 2006, aveva già presentato il suo documento sulla professione in cui queste linee evolutive erano disegnate, a cominciare dalla farmacia quale centro polifunzionale di servizi e dalla figura del farmacista di reparto, tanto per citare i due aspetti che più direttamente si correlano al miglioramento della qualità delle cure. Dal 2012 la Federazione ha imboccato un percorso per provare scientificamente la fattibilità nel setting della farmacia italiana di una delle principali prestazioni della Pharmaceutical care: l’MUR o revisione dell’uso dei medicinali. Gli studi sono stati condotti in collaborazione con la Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent. Il primo progetto pilota, concluso nel 2013, ha dimostrato che i nostri professionisti possono erogare queste prestazioni una volta formati attraverso un breve corso che ricalca quello britannico necessario per ottenere l’accreditamento. Successivamente sono stati condotti dei focus group per raccogliere le opinioni e il vissuto dei pazienti che hanno ricevuto l’MUR e per sottoporre i risultati dello studio ai medici di medicina generale. A questo punto il progetto prevede uno studio controllato randomizzato, volto a confrontare i pazienti seguiti nel modo tradizionale e altri seguiti dal farmacista erogando l’MUR. Lo studio valuterà quindi l’impatto clinico della prestazione cognitiva del farmacista e successivamente l’impatto economico, coinvolgerà un vasto campione di pazienti – 1800- e interesserà tutto il territorio nazionale- 15 cluster regionali per 360 farmacisti.

Andrea Mandelli – Senatore della Repubblica, Presidente Federazione Ordine Farmacisti Italiani