Le qualità dei farmaci non ha “interpretazioni”, la legge è unica e valida per qualsiasi preparato destinato alla salute dell’individuo. Un farmaco, sia esso di marca o generico, prima di tutto è un farmaco.

Se ancora sentiamo il bisogno di parlare della qualità dei generici lo dobbiamo solo a due fattori: l’ignoranza (in buona o in cattiva fede) e le truffe. Entrambi ambiti che non possono essere modificati dai migliori strumenti del mondo per garantire la qualità: nel primo caso servono educazione e cultura, nel secondo le forze dell’ordine.

Una survey in area cardiovascolare svolta dal Consorzio Sanità (C.O.S. Consorzio Nazionale di Medici di famiglia, distribuite in tutta Italia ha come oggetto sociale quello di produrre per i propri soci servizi di varia natura utili all’acquisizione in forma mutualistica dei fattori di produzione necessari all’esercizio della professione medica) sul farmaco equivalente nella pratica clinica.

L’esperienza è originale perché se è vero che esiste una importante letteratura clinica di supporto alla piena sostituibilità tra farmaco equivalente vs brand nelle patologie cardiovascolari (Simoens, 2007; Kesselheim et al, 2008; Atar et al, 2009) è altrettanto vero che esiste una scarsa documentazione scientifica in Italia sui costi sanitari e sociali e sugli outcomes in pratica clinica conseguenti alla sostituzione del trattamento con farmaci equivalenti che determina nella classe medica e nei pazienti ancora una certa diffidenza verso le potenzialità dei farmaci generici.

Con il lavoro in oggetto sono state raccolte peri primi due semestri di due anni di osservazione(2010-11), all’interno della popolazione di pazienti assistita presso gli ambulatori di 50 medici di medicina generale aderenti al Consorzio C.O.S., le variabili cliniche e strumentali comunemente correlate all’area cardiovascolare e metabolica, unite a quelle consistenti con la diagnosi della stessa, al fine di valutare in pratica clinica eventuali differenze di outcomes clinico ed economico tra farmaci con il brevetto vs farmaci off patent (branded – a marchio commerciale o unbranded – generici puri).

Dopo il periodo di osservazione non sono state riscontrate nei gruppi di osservazione differenze statisticamente significative negli esiti clinici: sia nel gruppo di pazienti trattati con farmaco brand vs farmaco off patent, sia nel confronto diretto tra pazienti trattati con off patent brand vs generico puro.

La sostanziale sovrapponibilità dei parametri clinici all’arruolamento e al termine del periodo di osservazione suggerisce che l’impiego esclusivo di farmaci off patent in medicina generale avrebbe consentito un risparmi del 38% dei costi complessivi a carico del SSN, aumentando potenzialmente il numero dei pazienti trattati, senza sostanziali modifiche fegli indicatori di esito clinico. L’impiego di farmaci generici puri avrebbe inoltre consentito un ulteriore risparmio di spesa a carico del cittadino.

Alla luce di questa analisi il farmaco generico puro appare un’opportunità terapeutica di elezione in funzione degli esiti clinici e delle ricadute economiche sia per il SSN che per il cittadino.

Enrique Häusermann – Presidente Assogenerici