Scoprire le prime avvisaglie dell’insorgenza di una malattia, ancor prima che i sintomi si manifestino, per poter prevenire e – se del caso curare – in stadi molto precoci: il nuovo progetto della UK Biobank punta a creare la più grande banca dati di imaging per la diagnostica precoce al mondo. La Banca raccoglierà le immagini di vari organi e distretti corporei, tra cui cervello, cuore, ossa, arterie carotidee e grasso addominale, su oltre 100 mila volontari aderenti alla biobanca.

UK Biobank a lanciato un progetto per creare la più grande banca dati di imaging per la diagnostica precoce
UK Biobank a lanciato un progetto per creare la più grande banca dati di imaging per la diagnostica precoce

L’iniziativa intende creare un repertorio di immagini di organi interni fondamentali per il buon funzionamento del corpo umano, sia in condizioni normali che patologiche. I primi 8 mila partecipanti hanno già completato la fase preliminare dello studio, che ha raccolto il primo set di scansioni. I volontari coinvolti non si vedono restituita nessuna informazione sulla propria salute, a meno della evidenza di problemi e anomalie potenzialmente seri. Le scansioni di risonanza magnetica sono raccolte nella struttura appositamente creata presso la sede della UK Biobank, a Stockport.

Le immagini multi-organo saranno analizzate dai vari gruppi di lavoro, uno per ogni organo coinvolto nello studio, congiuntamente agli altri dati relativi alle persone aderenti al progetto, con lo scopo di identificare nuove misure preventive, di diagnosi precoce e terapeutiche per numerose patologie complesse quali l’artrite, le patologie coronoriche, l’Alzheimer e l’osteoporosi. La creazione della nuova banca dati di imaging, che punta anche a sviluppare modalità innovative di analisi e interpretazione delle scansioni, è stata finanziata da Medical Research Council, Wellcome Trust e British Heart Foundation con un investimento di 43 milioni di sterline. Il potenziale “trasformante” del progetto, oltre al gran numero di partecipanti, secondo i suoi ideatori va ricercato la possibilità di combinare le informazioni ottenute dall’imaging con quelle già disponibili o che saranno raccolte nel corso degli anni, sia in presenza che in assenza di patologie.

La nuova banca dati, infatti, estende le attività della UK Biobank, un’associazione senza scopo di lucro che nel periodo 2006-2010 ha già reclutato circa mezzo milione di persone di età compresa tra 40 e 69 anni, i cui dati clinici e genetici – ottenuti con analisi del sangue, delle urine e della saliva – e le informazioni su stile di vita, peso, altezza, dieta, funzioni cognitive e attività fisica, sono andati a costituire la base per il monitoraggio nel tempo delle loro condizioni di salute. I dati di ciascun partecipante sono anche progressivamente incrociati con la sua documentazione sanitaria, tra cui quella acquisita dai medici di medicina generale

Il progetto della UK Biobank mira a capire i motivi per cui solo alcune persone sviluppano determinate malattie, come la demenza, i tumori, l’infarto, il diabete, l’artrite, l’osteoporosi o la depressione. “Ogni giorno scopriamo sempre più cose su come la genetica e gli stili di vita contribuiscono all’insorgenza e allo sviluppo delle malattie, ma questo nuovo pezzo del puzzle – osservare i cambiamenti fisici ancor prima che si sviluppino i sintomi – ci darà una prospettiva completamente nuova su come possiamo prevenire e curare”, ha dichiarato Sara Marshall, a capo della Ricerca clinica del Wellcome Trust alla presentazione del progetto.

Il progetto punta anche a contestualizzare meglio i risultati di piccoli studi di imaging che abbiano fornito dati rilevanti. Solo a livello cerebrale, ad esempio, le diverse tecnologie disponiili permettono di raccogliere un collage di informazioni sull’anatomia dell’organo, sui patern complessi della sua attività o sui suoi “circuiti elettrici”. Gli scienziati partecipanti al progetto si aspettano che esso possa contribuire a identificare marcatori precoci e fattori di rischio di malattie neurologiche come la sclerosi laterale amiotrofica. A livello muscoloscheletrico, invece, l’obiettivo dei ricercatori è di ridurre l’impatto, anche a livello di costi di gestione, delle fratture da osteoporosi. La risonanza magnetica fornirà anche informazioni sulla quantità e distribuzione delle masse muscolari e di grasso, che in combinazione con altri dati tra cui i livelli di colesterolo e glucosio, potrà aiutare a far luce su problemi come l’obesità, il diabete, l’ipertensione o le malattie cardiovascolari. Il progetto investigherà in modo particolare il valore predittivo e diagnostico dei depositi di grasso a livello viscerale, del fegato e del pancreas.