Il mercato farmaceutico dell’Africa Orientale presenta prospettive di crescita di più del 12% anno nel prossimo quinquennio, a partire dall’attuale valore di 5 miliardi di dollari, ma l’industria locale del farmaco fatica ancora ad espandere e consolidare la propria capacità produttiva a causa della scarsità di investimenti e della frammentazione del quadro regolatorio.

Il mercato farmaceutico dell'Africa Orientale offre interessanti opportunità di investimento e sviluppo
Il mercato farmaceutico dell’Africa Orientale offre interessanti opportunità di investimento e sviluppo

Le indicazioni sono emerse dai lavori del convegno della “1st International Conference on Promoting Pharmaceutical Sector Investments in the East African Community (EAC) Region” dedicata a come rafforzare la produzione farmaceutica della regione, tenutosi a Nairobi il 2-4 novembre. Il 70% del fabbisogno locale è ancora coperto dalle importazioni, mentre il 30% deriva da produzione interna da parte delle 65 aziende dell’area, che comprende Burundi, Kenya, Ruanda, Tanzania e Uganda. “La sfida più grande per i produttori locali è la mancanza di capitale che dovrebbero investire per migliorare la qualità del prodotto”, ha dichiarato Christoph Spennemann, responsabile del programma sui diritti di proprietà intellettuale e sviluppo della United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD).

I cambiamenti dello stile di vita dei paesi dell’Africa Orientale stanno facendo emergere malattie prima poco diffuse tra la popolazione e più tipiche delle economie occidentali, come il diabete. Una delle principali barriere agli investimenti stranieri è l’attuale frammentazione del quadro regolatorio dei diversi paesi dell’area, come sottolineato da Spennemann: “Gli investirori sono più interessati a un mercato regionale di 140 milioni di persone che ai singoli paesi. Prima d’investire, vogliono essere sicuri che un farmaco approvato in un paese possa venire venduto in tutti e cinque”. Cosa al momento non possibile, e che richiederebbe l’armonizzazione delle normative di settore tra i paesi facenti parte dell’EAC. Secondo quanto reso noto da UNCTAD, si sta lavorando alla fattibilità di un’approvazione congiunta da parte di tutte e cinque le agenzie regolatorie della regione.

Ma la semplificazione regolatoria potrebbe non bastare: dai lavori è emersa anche la necessità di un migliore supporto da parte della politica locale, a partire da tasse, ricerca e sviluppo e politiche commerciali. “Le aziende locali devono investire in nuove e migliori infrastrutture produttive e di ricerca, ma la banche convenzionali le considerano troppo a rischio e sono riluttanti a finanziare i loro progetti”, ha commentato Spennemann. Il segretariato dell’EAC e UNCTAD stanno lavorando congiuntamente per esaminare le proposte della Federation of East African Pharmaceutical Manufacturers per migliorare la possibilità d’investimento nell’industria farmaceutica della regione. La messa a punto di politiche che rilancino la produzione di farmaci è nell’agenda di tutti i governi locali, come mezzo per ridurre i costi sanitari per le famiglie e per migliorare l’accesso ai farmaci essenziali, soprattutto nelle zone rurali.