Il mondo della sanità sta volgendo una sempre crescente attenzione all’uso del Big Data in supporto alle decisioni cliniche, tanto che gli analisti del gruppo Transformational Health di Frost & Sullivan stimano che entro cinque anni le soluzioni dedicate a questo settore in crescita esponenziale avranno un impatto diretto sulla somministrazione e sugli esiti delle cure. I campi che dovrebbero vedere la massima attività sono quello della ricerca “-omica” e dell’estrazione dei dati dalle cartelle cliniche, spiega lo studio “Growth Opportunities for Healthcare Big Data—An Analysis of Global Case Studies”.

Un rapporto di Frost & Sullivan definisce le prospettive d'implementazione dei Big Data in ambito sanitario per i prossimi cinque anni
Un rapporto di Frost & Sullivan definisce le prospettive d’implementazione dei Big Data in ambito sanitario per i prossimi cinque anni

Il settore presenta interessanti prospettiva di crescita economica: secondo il report, le entrate globali del mercato di Big Data e degli strumenti di analisi in ambito sanitario dovrebbero raggiungere nel 2020 i 7,50 miliardi di dollari. America ed Europa dovrebbero fare la parte del leone dal punto di vista di sviluppo geografico dei Big Data. “A livello globale, il settore della sanità si sta muovendo verso modelli di cura preventivi e basati sul valore, sebbene a diversi livelli in diversi paesi – ha commentato Natasha Gulati, analista del gruppo Transformational Health di Frost & Sullivan -. Nei prossimi cinque anni, diversi paesi in Europa e nella regione Asia-Pacifico adotteranno modelli di cura che premiano il personale clinico che migliora gli esiti a lungo termine nei pazienti, specialmente per le malattie croniche, piuttosto che il volume delle cure erogate. Questo cambiamento degli indicatori chiave di performance richiederà una migliore aggregazione, analisi e conformità dei dati ottenuti dal personale clinico.”

La strada per raggiungere l’obiettivo è però ancora lunga, e un’attuale difficoltà riguarda il fatto che gli investimenti continuino ad essere focalizzati sul fornire risposte alle esigenze immediate agli investitori piuttosto che ad un’effettiva riprogettazione organizzativa strategica dell’approccio ai dati che offra ritorni sull’investimento esponenziali.

Secondo gli analisti di Frost & Sullivan, l’obiettivo prioritario per tutti gli stakeholder della filiera sanitaria dovrebbe riguardare lo sviuppo di strategie di Big Data mirate al miglioramento di processi specifici, come il coinvolgimento dei pazienti, il processo decisionale in ambito clinico, la gestione della salute e del rischio della popolazione e il miglioramento degli esiti. “Il valore dei dati sanitari sta nell’integrare e analizzare in modo significativo i dati sanitari strutturati e non strutturati perché siano di aiuto al personale clinico per sviluppare approcci e soluzioni nuovi ai problemi del mondo reale”, ha sottolineato Gulati. Secondo l’esperta, la gestione del cambiamento deve partire dall’interno ed essere guidata da leader di pensiero in collaborazione con i decisori in ambito IT.