Un test con puntura del dito collegato allo smartphone consentirà ai pazienti trapiantati di monitorare a distanza i loro livelli di immunosoppressione. È il risultato della collaborazione tra l’azienda farmaceutica Chiesi e Molecular Warehouse .

 

Chiesi e Molecular Warehouse insieme per sviluppare un sistema diagnostico per monitorare a distanza i livelli di immunosoppressione dei pazienti trapiantati attraverso smartphone
Chiesi e Molecular Warehouse insieme nello sviluppo di  un sistema diagnostico per monitorare a distanza i livelli di immunosoppressione dei pazienti trapiantati attraverso smartphone

Chiesi Farmaceutici e Molecular Warehouse – start-up impegnata nella creazione di strumenti medico-diagnostici per dispositivi mobili – hanno annunciato di aver avviato una collaborazione per lo sviluppo congiunto di un sistema diagnostico che potrà consentire ai pazienti sottoposti a trapianto di monitorare a distanza i loro livelli di immunosoppressione.

«Siamo entusiasti di aver trovato in Chiesi un partner dotato di una mentalità innovativa e di una profonda comprensione delle esigenze dei pazienti trapiantati e dei loro medici: queste sono infatti le qualità più adatte per collaborare con noi allo sviluppo della nostra piattaforma diagnostica – ha affermato Siro Perez, amministratore delegato di MW. – Il monitoraggio a distanza dei livelli di immunosoppressione è un problema tecnicamente molto complesso. Infatti, per sviluppare questo test diagnostico, stiamo applicando tecnologie all’avanguardia nel campo dell’elettronica, della biologia di sintesi e dell’informatica. Il supporto di Chiesi ci permetterà di rendere disponibile questa pioneristica innovazione ai medici e ai pazienti nel più breve tempo possibile».

La necessità del monitoraggio dei livelli di immunosoppressione nei pazienti trapiantati

I pazienti trapiantati che ricevono un organo da un donatore devono assumere farmaci immunosoppressori, al fine di prevenire il rigetto dell’organo stesso. I livelli plasmatici di questi farmaci devono essere monitorati: la loro concentrazione deve essere mantenuta entro un intervallo di valori che da un lato riduca la reattività del sistema immunitario in modo sufficiente a evitare il rigetto, dall’altro non esponga il paziente a un aumento del rischio di infezioni opportunistiche.

Attualmente i pazienti devono recarsi regolarmente in ospedale o presso una clinica specializzata per sottoporsi a un esame del sangue volto a identificare il livello di immunosoppressione. Questo esercita un impatto negativo sulla qualità della vita del paziente e un’ulteriore pressione sulle risorse del servizio sanitario.

I vantaggi dell’auto-monitoraggio dei livelli di immunosoppressione

L’obiettivo della collaborazione di R&D tra Chiesi e MW è sviluppare un sistema che consenta al paziente di effettuare un’auto-analisi a casa propria, utilizzando un facile test con puntura del dito, collegato a uno smartphone. I risultati del test vengono comunicati automaticamente al medico curante, così i pazienti possono essere monitorati a distanza, per verificare che il farmaco continui a lavorare ai livelli raccomandati.

«Siamo davvero lieti di sostenere lo sviluppo di innovazioni rivoluzionarie, che possono migliorare in modo significativo la qualità della vita dei pazienti sottoposti a trapianto – ha dichiarato Ugo Di Francesco, amministratore delegato di Chiesi. – Se da un lato, grazie al suo profilo farmacocinetico perfezionato, Envarsus® (il nostro immunosoppressore da assumere una volta al giorno) ha drasticamente migliorato la facilità di assunzione da parte dei pazienti sottoposti a trapianto, dall’altro la necessità di recarsi regolarmente in ospedale per verificare che i livelli del farmaco rimangano ottimali rappresenta tuttora un notevole onere per i medici e i pazienti».

«In Chiesi riteniamo che l’innovativo sistema diagnostico di MW possa eliminare anche questo disagio, consentendo inoltre un monitoraggio ancora più frequente dei livelli del farmaco e migliorando quindi la cura del paziente. Questa partnership è un perfetto esempio della nostra strategia aziendale, quella cioè di coniugare l’innovazione digitale, la gestione della malattia e la cura dei pazienti con le nostre opzioni terapeutiche» – conclude Ugo Di Francesco.