Il professor Pierangelo Geppetti dell'Università di Firenze sarà il moderatore della sessione del 10° Forum Nazionale Pharma dedicata al futuro dell'industria farmaceutica

Si parlerà anche del futuro dell’industria farmaceutica italiana nel corso dei lavori del 10° Forum Nazionale Pharma, che si terrà a Stresa dal 24 al 26 maggio. Un futuro che per Pierangelo Geppetti, docente di Farmacologia clinica all’Università di Firenze e moderatore della sessione di giovedì 25 maggio dedicata al tema, non può che passare da una sempre più stretta sinergia d’intenti e di azione tra università e industria quale motore per generare innovazione da un lato e forza lavoro altamente qualificata dall’altro.

Innalzare il livello per rimanere competitivi

«L’industria farmaceutica non può più, come era un tempo, cristallizzare il proprio personale su progetti specifici che potrebbero diventare rapidamente obsoleti ed esaurirsi – spiega Geppetti a NCF. – Il rapporto costante con il mondo delle università italiane rappresenta, invece, un tessuto molto vasto e con expertise a volte molto competitive da cui attingere. La sanità non deve essere vista solo come una spesa, ma anche come una risorsa in cui cooperano vari protagonisti. Ricerca e sviluppo sono missioni primarie che devono vedere l’università coinvolta a vari livelli con l’industria del farmaco, dalla fase traslazionale d’identificazione del bersaglio allo sviluppo preclinico e a quello clinico».

Il professor Pierangelo Geppetti dell’Università di Firenze sarà il moderatore della sessione del 10° Forum Nazionale Pharma dedicata al futuro dell’industria farmaceutica

Il moderatore della sessione sottolinea come i risultati quantitativi e qualitativi dell’industria farmaceutica italiana negli ultimi anni siano molto positivi e confermino la capacità di vincere la concorrenza in molti settori. «Non possiamo però accontentarci e non possiamo fermarci. La competitività vive di una sfida continua e dobbiamo sempre trovare un importante punto di forza nel vasto e molto specializzato tessuto rappresentato da istituti di ricerca diffusi tra università, CNR, ed altri enti dedicati alla ricerca biomedica».

La competizione internazionale

Il professor Geppetti ricorda quando, giovane ricercatore circa un quarto di secolo fa, si trasferì a San Francisco trovandovi un modello completamente diverso da quello italiano dei tempi. Un modello basato su una fitta rete di rapporti tra big pharma e piccole e medie imprese (spin off, start up) che nascevano nell’area di South San Francisco e l’Università di California. «Tornato in Italia all’Università di Ferrara, ho avuto modo anch’io di fondare degli spin off, sia di ricerca di base per l’invenzione e lo sviluppo di nuove molecole che di ricerca propriamente clinica», ricorda l’ordinario di Farmacologia clinica. Si tratta, per Geppetti, di instaurare un circolo virtuoso in cui l’università punti anche sulla ricerca applicata, con un mondo industriale vicino e pronto a cogliere i nuovi prodotti che escono dai laboratori di tutta Italia. «Nel nostro travagliato paese programmi di questo tipo devono generare anche un momento di forte impulso all’occupazione giovanile qualificata, a livello di laureati e dottorati. Da quando partii per la California sono stati fatti molti passi avanti, all’epoca in Italia era impensabile che all’interno dell’università potessero venire incubate delle aziende. Oggi è una realtà anche da noi, che deve essere improntata a un sistema», aggiunge Geppetti.

Un gap da colmare

il moderatore della tavola rotonda sul “Futuro dell’Industria farmaceutica fra consolidamento ed accelerata innovazione. Il ruolo del nostro Paese” sottolinea anche come negli ultimi quindici anni sia molto aumentato il numero di nuove realtà nate dalla ricerca universitaria e che hanno ottenuto un buon successo nel portare a termine i propri programmi di sviluppo clinico. «Siamo sempre un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi, ma è un ritardo che può essere colmato nonostante la legislazione vigente, che è complessa e farraginosa. I

l problema principale è che il sistema non è diffuso e non fa massa critica. L’incoraggiamento per i giovani ricercatori-imprenditori che hanno idee è di metterle in campo, consapevoli che valorizzare la meritocrazia non è semplice, ma è e rimane la vera unica strada per tutti».

Le misure possibili

Nella chiacchierata con NCF, Pierangelo Geppetti ricorda anche come le regole della pubblica amministrazione applicate all’università non siano né positive né utili e prospetta invece l’opportunità di mettere in atto una nuova norma che renda tutto più snello, rapido e competitivo. «Se rallentiamo il ritmo siamo subito fuori dalla ricerca competitiva. La ricerca dovrebbe essere più defiscalizzata, favorendo così chi sia davvero motivato a investire in progetti di sviluppo. L‘identificazione del progetto migliore può essere fatta dal mercato alla fine, piuttosto che in maniera preliminare con finanziamenti preliminari definiti in maniera non sempre chiara da commissioni varie. Questo sarebbero già un programma di semplificazione a costo zero e di facile attuazione», suggerisce Geppetti.

La terza misura per migliorare la competitività del sistema-paese nel campo della ricerca e sviluppo farmaceutico dovrebbe vedere al centro dell’attenzione il ritardo attuale dell’Italia rispetto al rapporto tra formazione scolastica – compresa quella universitaria e post-universitaria – e modo del lavoro. Per Pierangelo Geppetti sarebbe necessario rendere più coerente, coeso e continuo il rapporto tra formazione e lavoro qualificato, in modo particolare nel settore della ricerca e sviluppo che è fondamentale per il successo delle industrie del farmaco. «Ci sono già idee e attuazioni in tal senso, ma rimangono o solo enunciate o sporadiche, non fanno sistema – conclude Geppetti. – L’espansione del finanziamento di borse di studio o di dottorato da parte dell’industria, per giovani che abbiano già maturato un certo livello di esperienza, deve essere accompagnato da una normativa che faciliti e sburocratizzi lo svolgimento della ricerca/lavoro nell’industria. Lavorando tra industria e università, in una sorta di apprendistato di altissimo livello, la fattibilità di una stabilizzazione sarebbe una realtà più concreta per i nostri giovani».

I dettagli dell’evento

Il 10° Forum Nazionale Pharma si terrà presso il Grand Hotel Bristol di Stresa e vedrà la partecipazione dei principali attori della filiera del farmaco, provenienti sia dal mondo dell’industria che delle Istituzioni. L’evento è organizzato dalla Società Italiana di Farmacologia (SIF) in collaborazione con la Società Italiana di Scienze Farmaceutiche (SISF), la Società di Scienze Farmacologiche Applicate (SSFA) e la Società Italiana di Tossicologia (SITOX). I proventi del Convegno verranno tutti devoluti alla SIF per la creazione di borse di studio per giovani ricercatori.

Per maggiori informazioni e il programma dettagliato delle giornate potete visitare il sito dell’evento, nel quale trovate anche il modulo d’iscrizione al 10° Forum Nazionale Pharma.

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