La fotografia del futuro scattata durante l’assemblea nazionale di Farmindustria, che come ogni anno si è svolta a Roma, è molto chiara: big e smart data, ICT, sensoristica, fisica e robotica stanno rivoluzionando il mondo della salute. E le imprese del farmaco non possono che volgere lo sguardo alla digitalizzazione, insieme a una nuova governance e alla centralità del paziente, se vogliono restare sulla cresta dell’onda anche nei prossimi anni.

Il comparto italiano gode di più che buona salute: 228 mila addetti (66 mila nelle imprese del farmaco, 12 mila nella distribuzione, 85 mila nelle farmacie), 14 miliardi di produzione, 800 milioni di investimenti.

Investimenti nel digitale

Quello che ora appare necessario è investire sempre di più nella rivoluzione digitale. Investimenti che oggi ammontano a 6,5 miliardi di euro e che sono più che raddoppiati a livello globale negli ultimi anni.

Le aziende in Italia scommetteranno nei prossimi tre anni nella digitalizzazione con punte dell’88% nella produzione e del 71% nella R&S, come ha rilevato una recente indagine svolta da Farmindustria con Bain & Company.

Un cambiamento che corre veloce come la luce: basti ricordare che sequenziamento del genoma costa oggi quanto uno smartphone di alta gamma mentre nel 2003 la prima mappatura completa costò 100 milioni di dollari e sarà di pochi dollari nei prossimi anni.

Una nuova fase

Le imprese del farmaco stanno quindi vivendo una fase nuova e ricca di prospettive che va vissuta con entusiasmo considerandola per quello che è: una grande opportunità da cogliere.

Non sono più infatti un’utopia le pillole intelligenti che rilasciano il principio attivo solo in un contesto specifico o in un preciso momento o che, assunte una volta al mese, rilasciano ogni giorno la dose quotidiana di un medicinale. Pillole che fungono da veicolo e addirittura capaci di scambiare dati con l’esterno.

Poi c’è Watson di IBM. Un sistema di intelligenza artificiale (machine learning) che anticipa il futuro grazie a un database sterminato e in continuo aggiornamento che mette a confronto 700 mila articoli scientifici, più di 90 mila casi patologici, libri di medicina, riviste del settore, dati su 10 mila farmaci e informazioni biologiche relative a oltre 35 mila geni. Un supporto sia nell’attività di ricerca, sia per i medici nelle diagnosi e nell’indicazione delle terapie farmacologiche, sempre ovviamente nel rispetto assolutamente fondamentale dell’appropriatezza delle cure.

Seguendo le regole delle innovazioni disruptive del web, sarà possibile avere app di servizio che, con la consulenza di un medico e in base alla nostra storia clinica, ricorderanno quando e quali visite mediche fare, a che ora assumere i farmaci prescritti e tracceranno anche l’aderenza alla terapia.