Trentadue milioni di italiani hanno acquistato integratori alimentati nell’ultimo anno, che detto in altri termini è il 65% della popolazione over 18. Gli integratori rappresentano attualmente il secondo prodotto più venduto in farmacia. FederSalus, che rappresenta dal 1999 le aziende che operano nel settore degli integratori alimentari, ha recentemente organizzato una convention dal titolo “Integratore alimentare: l’innovazione nell’healthcare” dove per la prima volta si sono confrontati rappresentanti di questo comparto industriale, aziende farmaceutiche, Istituzioni, rappresentanti della politica, farmacisti e medici. «È arrivato il momento – ha commentato il presidente FederSalus Andrea Costa – per questa filiera che è molto più giovane di quella del farmaco, di puntare sulla consapevolezza e sull’aspetto qualitativo».

Integratori, per quali usi?

Diverse e articolate le funzioni attribuite all’integratore (dati preliminari indagine Gfk su oltre 6000 persone): dall’area più tradizionale del rinforzo e recupero dopo un periodo di stanchezza o malattia (funzione attribuita dall’80% dei consumatori), all’area della promozione del benessere (76%) e della performance fisica e mentale (71%), fino alla prevenzione (54%) e alla gestione dei disturbi (46%).

Punti di convergenza con le imprese del farmaco

«Ci sono molte similitudini tra il settore farmaceutico e quello nutraceutico e ovviamente anche qualche differenza – afferma il presidente Farmindustria Massimo Scaccabarozzi – che è però positiva perché può essere sfruttata per una sinergia tra le parti». Le sinergie tra i due comparti sono auspicabili per lavorare sugli stili di vita e sulla prevenzione e per spostare e posticipare la malattia. Questo può permettere di liberare risorse da impiegare per le terapie innovative farmacologiche che stanno arrivando.

Fotografia del settore

Il mercato vale circa 2,8 miliardi di euro, impiega circa 100 mila addetti totali lungo l’intera filiera (inclusi informatori medico scientifici e agenti di vendita), 2000 aziende che lavorano all’interno con crescite annuali del fatturato del 6,5%.

L’Italia è il primo settore di vendite degli integratori in EU.

Agli indicatori strutturali si affiancano dinamiche di estremo interesse perché in grado di indicare la vitalità del comparto: sono infatti anche aumentati gli investimenti in beni strumentali, in innovazione di processo e di prodotto, digitalizzazione, formazione, produzione. «Tutti gli ambiti quindi – sottolinea Andrea Costa, presidente FederSalus – che permettono al settore di affrontare la sfida dell’industria 4.0». Infine si registra un incremento dell’incidenza delle aziende che operano all’estero con un peso sul fatturato complessivo della filiera pari a circa il 20%.

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