Il nuovo reflection paper dell’Agenzia europea dei medicinali sullo sviluppo dei farmaci per gli anziani (EMA/CHMP/QWP/292439/2017) è stato pubblicato sul sito di EMA e gli interessanti hanno tempo fino al 31 gennaio 2018 per inviare i propri commenti all’autoritĂ  regolatori europea. Sulla base degli esiti della consultazione pubblica, EMA potrebbe in futuro decidere di sviluppare una nuova normativa o emettere linee guida scientifiche.

L’iniziativa si propone di tener meglio conto, in fase di sviluppo farmaceutico, dei bisogni delle persone in età avanzata: una popolazione in continua crescita e che si trova spesso ad assumere regimi farmacologici complessi a causa della presenza di polipatologie. La mancata o scorretta assunzione dei farmaci da parte degli anziani porta a problemi di compliance e di mancata efficacia delle terapie, e rappresenta un notevole costo per i sistemi sanitari.

Le aziende hanno tempo fino al 31 gennaio 2018 per inviare a Ema i commenti sul Reflection paper sullo sviluppo dei farmaci per i pazienti anziani

Con il reflection paper, l’autorità europea intende incoraggiare le aziende a sviluppare un portfolio di prodotti specificatamente indirizzati alla popolazione anziana e mirati ai diversi possibili contesti d’utilizzo (casa, ospedale, paesi diversi, ecc.). Ema invita anche le aziende a monitore il mercato e a implementare i propri prodotti sulla base di quelli della concorrenza. Nei settori ove nessuna casa farmaceutica sviluppi prodotti specifici per gli anziani, Ema sottolinea l’aspettativa dell’autorità di vedere almeno una società chiedere istruzioni per la modifica di un prodotto già autorizzato.

AccettabilitĂ  e usabilitĂ 

L’accettabilità della terapia da parte del paziente anziano dipende da un network multidimesionale di requisiti che include il design del prodotto e le caratteristiche stesse del malato (e, ove appropriato, di chi gli presta le cure). Il reflection paper di EMA elenca varie caratteristiche del prodotto che possono avere un impatto sull’accettabilità e la conseguente usabilità della terapia da parte degli anziani, tra cui la via di somministrazione o il sito di applicazione dermica, l’apparenza del prodotto (grandezza, forma, colore, confezionamento primario e secondario, etichettatura), la deglutibilità (che comprende anche le caratteristiche di coating, la viscosità delle formulazioni liquide e la palatabilità/sapore del prodotto).

Tra le principali difficoltà individuate da EMA nel suo documento vi sono i problemi che gli anziani possono avere nell’aprire le confezioni, nell’ingerire compresse o capsule di grandi dimensioni, o di leggere il foglietto illustrativo spesso stampato in caratteri troppo piccoli per una vista sempre più debole. Elementi quali la frequenza di somministrazione, le caratteristiche del sistema di chiusura o del dispositivo associato al farmaco, la complessità delle istruzioni da eseguire (ad esempio, assumere la terapia per tre settimane consecutive, ma non la quarta) o il bisogno di un aiuto sono per Ema fattori che possono avere un impatto critico sulla compliance degli anziani.

Ema sottolinea anche come un’adeguata accettabilità da parte del paziente rappresenti un elemento essenziale sia dello sviluppo farmaceutico che del ciclo di vita post-autorizzazione del prodotto e debba pertanto essere soggetta, ove necessario, ad attività volte a riconfermarla o migliorarla. I dati utilizzabili a tal fine possono provenire da studi clinici, studi su volontari sani o pazienti, esperienze di marketing o dalla letteratura scientifica. In ogni caso, l’approccio prescelto dall’azienda deve essere sempre giustificato rispetto al rapporto rischio-beneficio che il prodotto assume nell’anziano, incluse le considerazioni circa la scarsa aderenza alla terapia e/o le possibili strategie alternative di somministrazione.

I punti che le aziende devono considerare

Tra i problemi principali segnalati dall’Agenzia, e rispetto ai quali chiede un feedback specifico da parte delle aziende farmaceutiche, vi sono la difficoltà che gli anziani hanno nel rompere a metà le compresse troppo grandi e le possibili soluzioni, tra cui lo sviluppo di un formato più piccolo, magari dispensato da un apposito dispenser.

EMA sollecita anche i produttori a ripensare il design dei contenitori in modo che possano essere aperti più facilmente dagli anziani senza bisogno di aiuto esterno. Altri punti su cui l’Agenzia europea dei medicinali vorrebbe avere l’opinione degli addetti ai lavori includono l’alimentazione assistita, i sistemi per dispensare regimi di polifarmacia e quelli che facilitino la compliance multipla e aiutino a ricordare il giorno e l’ora giusta per assumere le diverse medicine.

La scelta della via di somministrazione e forma farmaceutica più appropriata, insieme alla frequenza di assunzione, agli eccipienti utilizzati e alle tecnologie utilizzate, sono solo alcuni punti toccati dalla discussione avviata dall’Agenzia europea.

IL documento discute in modo specifico le preparazioni per i seguenti usi:

  • dentale, gengivale, sublinguale, boccale, orofaringeo e oromucosale;
  • per applicazione nell’occhio o nell’orecchio;
  • per somministrazione nasale, inalazione o nebulizzazione;
  • per uso cutaneo o transdermico;
  • per uso rettale, vaginale o uretrale;
  • per uso parenterale;
  • per alimentazione enterale.

L’Annex 1, infine, propone delle considerazioni su elementi tipici dell’età anziana che dovrebbero essere tenuti in debito conto durante il processo di sviluppo farmaceutico. Tra essi le capacità cognitive dei pazienti, la funzione sensoriale e motoria e elementi fisiologici e patofisioogici come la iposalivazione o l’insufficienza epatica o renale.