Nata nel 2016 e attiva nell’integrazione alimentare, Pharmaxima punta su know-how e certificazioni acquisite sul campo per diventare una realtà specializzata anche in prodotti sterili.

Giovanissima, non come esperienza del proprio team ma come età anagrafica, Pharmaxima è un’azienda che intende affrontare la sfida di un mercato che diventa ogni giorno sempre più esigente e che richiede player altamente qualificati e dotati di tecnologie e spazi produttivi in linea con precisi standard. Ce ne ha parlato Maurizio Catanese, managing director dell’azienda.

Da cosa scaturisce l’idea di dar vita a Pharmaxima?

Nel 2016 Renato Valsasina, attuale socio di maggioranza dell’azienda, ha voluto rimettersi in gioco dopo aver portato a termine nel 2014 un’importante esperienza lavorativa: è infatti stato amministratore delegato di Humana Italia, Humana Spagna e Humana Portogallo e cofondatore di Humana Pharma International. Nel maggio del 2016 sono stato contattato da Valsasina, avendo già lavorato con lui in Humana Pharma International, e mi è stato chiesto di mettere assieme una squadra in grado di dar vita a una nuova azienda per la produzione di integratori alimentari. È nata cosi Pharmaxima, azienda che fa integrazione alimentare, con un’innovazione: la possibilità di lavorare in ambienti a contaminazione controllata per produrre anche prodotti sterili. Infatti, uno dei nostri obiettivi è arrivare a produrre i colliri, cosa che dovrebbe avvenire entro un anno.

Com’è iniziata l’avventura Pharmaxima?

Siamo partiti curando tutta la parte relativa alla struttura, agli impianti e ai macchinari: ci siamo occupati di selezionare le machine di riempimento e di realizzare il progetto con una società di ingegneria, nonché di ottenere l’autorizzazione dall’Asl.

Nella seconda parte del 2016, abbiamo composto un team di professionisti provenienti da una comune precedente esperienza lavorativa nella produzione di alimenti a fini medici speciali, di integratori e di medical device. Abbiamo sin da subito deciso di lavorare esclusivamente su progetti nuovi. A febbraio 2017 abbiamo iniziato a produrre i primi lotti. Produciamo sia prodotti liquidi sia solidi, quindi fialoidi, flaconi monodose, multidose in vetro e in plastica, sciroppi e bustine stick pack. Nel contempo, abbiamo brevettato delle formule.

Quali obiettivi si è posta Pharmaxima?

Abbiamo deciso di approcciare il mercato con un’azienda nuova sotto molti punti di vista: non vogliamo infatti rimanere una realtà piccola, in grado solo di sopravvivere puntando su prezzi bassi e costi fissi bassi. Abbiamo preferito così farci finanziare un progetto importante con finiture farmaceutiche ad alta produttività. Questo ci ha portato a lavorare su molti progetti nuovi sviluppati partendo da zero e con proposte propositive, ovvero con formule che, oltre a cercare di prevenire le esigenze del cliente, all’interno hanno una parte del nostro know-how. In pratica, il nostro obiettivo primario è la costruzione di un’azienda altamente qualificata e moderna, in possesso di certificazioni realmente acquisite sul campo, un’azienda rispettosa dell’ambiente e propositiva nei confronti di clienti e partner.

Un anno di vita è poco per trarre un bilancio significativo, tuttavia ci può delineare cosa è accaduto in questo periodo?

In questo primo anno di attività abbiamo già depositato dei brevetti, dato in licensing prodotti basati su formule nostre (in particolare a base di liposomi) e abbiamo acquisito l’esclusiva su alcune materie prime che importiamo dagli Stati Uniti. Pharmaxima rappresenta infatti aziende internazionali specializzate in materie prime alimentari ed è in grado di proporre vitamine, sali minerali, fibre prebiotiche, probiotici ed estratti vegetali standardizzati e supportati da studi scientifici. Sviluppa inoltre semilavorati con tecnologie specifiche di delivery che aumentano la biodisponibilità degli attivi, quali ad esempio granulati idrodispersibili di prodotti a base proteica e grassa e/o fibrosa.

Non solo. Abbiamo creato una società sostenibile basata su tre modelli di business che partecipano alla sostenibilità stessa dell’azienda. Il primo di tali modelli di business prevede di proporre ingredienti innovativi ottenendo l’esclusiva per la distribuzione di alcune materie prime che proponiamo sia ai nostri competitor sia ai nostri clienti. E questo vale tanto per i prodotti realizzati da noi quanto per quelli che produrranno i nostri competitor per i loro clienti. Questa esclusività ci ha permesso di conoscere a fondo le nuove materie prime, di studiarle e di avere un vantaggio competitivo in un mercato sempre più esigente specializzato.

Il secondo modello di business punta sul fare del puro conto terzi, ovvero approcciare un cliente, capire qual è la sua necessità e sviluppare un prodotto esclusivo per lui, fornendogli un supporto a tutto tondo che va dallo studio formulativo alla realizzazione di campioni degustativi, dagli studi di fattibilità preliminare e, se necessario, dal lotto pilota fino ad arrivare alla produzione industriale. Questo è il modello di business che al momento realizza la maggior quota di fatturato di Pharmaxima.

Da sinistra: Maurizio Catanese, Andrea Valsasina, Paola Ardito, Giulia dal Moro, Benedetta Volpi, Renato Valsasina

Il terzo modello di business è l’attività di licensing. Abbiamo depositato domande di brevetto su alcune formule e registrato prodotti a nostro nome che non vendiamo direttamente ma che abbiamo proposto ad aziende terze, che supportiamo scientificamente fornendo il know-how necessario per la vendita. Abbiamo seguito questa via per prodotti molto tecnici e molto specifici come il ferro liposomato, un collirio a base di liposomi che contengono Pea e le formule per la sarcopenia.

Si è parlato di produzione: dove avviene quella di Pharmaxima?

La parte produttiva è svolta interamente all’interno. Abbiamo uno stabilimento di 4mila metri quadri di recente costruzione e in linea con i più avanzati standard produttivi. In un’area abbiamo creato camere bianche a contaminazione controllata con 25 ricambi di aria all’ora, dove siamo in grado di produrre sia solidi sia liquidi (sciroppi, monodose, prodotti in gocce, flaconi in vetro), ma anche prodotti solidi come bustine o stick a base di granulati e medical device sterili per uso oculare, lavande vaginali, collutori e spray perioculari sterili. Ci occupiamo poi del confezionamento secondario e abbiamo anche un nostro magazzino. Il tutto occupando solo una parte dell’azienda perché l’obbiettivo, che abbiamo concordato con i nostri finanziatori, è cercare di arrivare ad avere entro i prossimi cinque anni una decina di linee che possono essere tranquillamente ospitate tutte nello stesso stabilimento.

Un obiettivo ambizioso. Come pensate di raggiungerlo?

Pharmaxima è una società composta da persone che si sono volute rimettere in gioco e che intende lavorare con fornitori e clienti in un clima di serenità, fiducia e partnership. Con i nostri partner vogliamo creare una storia di successo comune. Il mercato è vasto e variegato e si trovano tanti competitor aggressivi che basano il loro business sul prezzo e sull’improvvisazione. Noi invece abbiamo scelto di stare dalla parte della serietà e della qualità. Abbiamo uno sfidante obiettivo di crescita che vogliamo raggiungere passo dopo passo.

L’azienda

Pharmaxima nasce nel 2016 per volontà di professionisti provenienti da una comune precedente esperienza lavorativa nel mondo della produzione degli alimenti a fini medici speciali, degli integratori e dei medical device. Forti di una vasta conoscenza di questo ambiente strettamente legato alla scienza della nutrizione e, nel medesimo tempo, in possesso di un know-how delle tecniche di produzione farmaceutiche, Pharmaxima vuole affrontare oggi la sfida di un mercato che chiede di far spazio a player sempre più qualificati e dotati di tecnologie e spazi produttivi adeguati agli standard di un mercato esigente.