I calcoli renali sono aggregati solidi che si formano nel sistema urinario per la mancata solubilizzazione di sali nell’urina. Se l’urina arriva a saturarsi di composti insolubili, questi cristallizzano e si aggregano formando i calcoli.

La calcolosi è solitamente asintomatica quando i calcoli renali restano localizzati nel rene. Quando invece passano nell'uretere causano spesso una colica
La calcolosi è solitamente asintomatica quando i calcoli renali restano localizzati nel rene. Quando invece passano nell’uretere causano spesso una colica

I calcoli possono essere formati da diverse sostanze. La composizione dei calcoli ne permette la classificazione chimica in basse alla componente presente in maggiore quantità. Si possono avere quindi calcoli di composizione:

  • calcica (ossalato di Ca, fosfato di Ca),
  • urica (acido urico),
  • mista (ossalato di Ca, fosfato di Ca e acido urico),
  • cistinica (cistina),
  • xantinica (xantina),
  • di farmaci (es. sulfonamidi).

In alcuni casi la calcolosi è dovuta a infezioni sostenute da batteri ureasi-produttori (ammonio-magnesio-fosfato).

La calcolosi è solitamente asintomatica quando i calcoli, anche di grandi dimensioni, restano localizzati nel rene. Quando passano nell’uretere causano spesso una colica: dolore grave e generalmente intermittente accompagnato a volte da nausea, vomito, ematuria visibile.

La presenza di calcoli renali è una condizione in continua crescita ed è frequentemente associata a patologie come:

  • ipertensione,
  • osteoporosi,
  • malattie cardiovascolari,
  • insulino-resistenza.

Le cause della malattia possono essere genetiche e ambientali. Lalimentazione e l’idratazione sono sicuramente i fattori ambientali più importanti, ma la formazione di calcoli può essere prevenuta anche con alcuni farmaci.

Sono stati questi i temi principali del terzo meeting internazionale sulla nefrolitiasi dal titolo “Calcoli renali nella pratica: un corso avanzato” svoltosi a Roma. Il meeting è stato organizzato dalla Divisione di Nefrologia e Dialisi della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli”, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.

«Un maschio italiano su dieci e una donna su venti ha sofferto una volta nella vita di calcoli renali, piccole aggregazioni di sali minerali che si formano nel tratto urinario. E tra questi quattro su dieci prima o poi nella vita vengono nuovamente colpiti da calcoli – spiega Giovanni Gambaro, docente di Nefrologia allUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Roma e co-presidente del meeting. – Come ridurre i rischi di recidive? Innanzitutto è consigliabile aumentare lintroito di liquidi, in modo da aumentare il volume di urina. Per questo motivo è utile bere almeno tre litri di acqua al giorno. È consigliabile bere quando si è sotto stress, per esempio sul luogo di lavoro, e se non è possibile durante il lavoro, almeno bere abbondantemente prima di iniziare».

«È utile anche ridurre lassunzione di ossalati. Piccole quantità di acido ossalico vengono eliminate giornalmente con le urine sotto forma di ossalati. Nell’organismo l’acido ossalico è introdotto in parte con gli alimenti, ma può essere anche di origine endogena – aggiunge Giuvanni Gambaro. – In seguito a deviazioni congenite o acquisite del metabolismo, forti quantità di ossalati vengono eliminate con le urine (ossaluria); l’ossalato di calcio, che è insolubile, tende a precipitare nel rene, provocando la formazione di calcoli e disturbi della funzionalità renale».

«Però una quantità più o meno grande di ossalati è presente in così tanti cibi che evitarne lassunzione è davvero difficile. Perciò, per contrastare leffetto degli ossalati è consigliabile assumere una sufficiente quantità di calcio, in modo che lossalato venga cristallizzato già nel colon evitando che lassalto aumenti nelle urine. Per questo scopo è raccomandato il consumo di acqua minerale ricca di calcio, con una quantità di calcio superiore a 400 mg per litro oppure latte, soprattutto quando si consumano i pasti o gli snack» – prosegue Gambaro.

Alimentazione e calcoli renali

L’errore più comune è dunque eliminare il calcio (per esempio formaggi e latticini) dalla dieta. In realtà, infatti, il calcio aiuta l’espulsione dei componenti chimici che formano i calcoli. Anzi, secondo i nutrizionisti si dovrebbe assumere circa un grammo di calcio al giorno, mentre una dieta media italiana arriva a mezzo grammo.

Per quanto riguarda la dieta, è meglio ridurre il consumo di alimenti acidi, soprattutto quelli contenenti proteine animali, consumando al massimo una porzione al giorno, e mangiare almeno tre porzioni di alimenti alcalini, quindi frutta e verdura, che aumentano la produzione di citrato, il più importante inibitore della cristallizzazione dei sali di calcio nelle urine. Inoltre il consumo di una dieta ricca di alimenti alcalini riduce decisamente il rischio di calcoli renali». Anche le bevande a base di agrumi – limoni, arance e pompelmo – sono consigliate in tutte le calcolosi perché contengono citrati, una prevenzione naturale contro le recidive.

Trattamento farmacologico dei calcoli renali

Se le misure dietetiche e laumento del consumo di acqua non hanno successo, possono essere utilizzati alcuni farmaci, come il citrato di potassio e i diuretici tiazidici, che aumentano il riassorbimento renale di calcio.