Una ricerca pubblicata su PNAS ha portato alla scoperta e allo studio di uno dei geni responsabili dell’invecchiamento. Si tratta di ADH5 che codifica per S-nitrosoglutatione reduttasi (GNSOR).

Una ricerca pubblicata su PNAS chiarisce il ruolo del gene ADH5 che codifica per S-nitrosoglutatione reduttasi (GNSOR) nel processo di invecchiamento
Una ricerca pubblicata su PNAS chiarisce il ruolo del gene ADH5 che codifica per l’enzima S-nitrosoglutatione reduttasi (GNSOR) nel processo di invecchiamento

La ricerca è stata realizzata da un team internazionale coordinato da Giuseppe Filomeni dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con il Danish Cancer Society Research Center di Copenhagen.

La ricerca ha individuato il ruolo dell’enzima proteico S-nitrosoglutatione reduttasi (GNSOR) nel processo di invecchiamento.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista PNAS, organo ufficiale dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America.

L’invecchiamento e la teoria dei radicali liberi

L’invecchiamento viene spesso descritto con la “teoria dei radicali liberi dell’ossigeno”. I radicali liberi dell’ossigeno sono elementi tossici e altamente reattivi, prodotti con la respirazione cellulare nei mitocondri. Tali “radicali liberi”, come tutte le specie reattive dell’ossigeno (ROS) possono danneggiare i mitocondri e altre strutture cellulari, compreso il DNA. Secondo questa teoria, i ROS sono la causa primaria dei processi che conducono al deterioramento cellulare e contribuiscono quindi all’invecchiamento dell’intero organismo.

Tra i geni che si disattivano con l’avanzare degli anni c’è ADH5, responsabile della produzione di GSNOR. Questo enzima si occupa normalmente di “ripulire” l’ossido nitrico, che altrimenti reagirebbe con le proteine, dando origine a proteine nitrosilate, difficilmente smaltite dalla cellula. All’aumentare dell’età, quando la produzione di GSNOR diminuisce, l’ossido nitrico non viene eliminato e trasforma le proteine in proteine nitrosilate che hanno funzionalità alterata e si accumulano progressivamente determinando invecchiamento cellulare.

La sperimentazione su cavie animali ha mostrato segni di invecchiamento quando veniva loro interrotta la produzione di GSNOR.

I ricercatori hanno osservato che la produzione di GSNOR cessa anche negli esseri umani, e che gli ultracentenari hanno livelli di S-nitrosoglutatione reduttasi paragonabili a individui di giovane età.

Questo apre due ulteriori strade per la ricerca:

  • capire perché il gene ADH5 smette di funzionare,
  • trovare dei composti simili che possano sostituirlo in tutto o in parte.

In tal modo si potrebbe arrivare a rallentare l’invecchiamento, ma soprattutto a migliorare la qualità della vita degli anziani e a diminuire l’insorgenza di patologie che hanno la vecchiaia come fattore di rischio.

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