Nuove evidenze confermano il valore della vaccinazione antinfluenzale quadrivalente.

Alla luce di nuove evidenze sull’efficacia del vaccino quadrivalente (in particolare nella popolazione tra 6 e 35 mesi d’età) e sulla sostenibilità economica, la vaccinazione più completa si rivela un’arma troppo preziosa per essere sottovalutata.

Nuove evidenze confermano il valore della vaccinazione antinfluenzale quadrivalente
Nuove evidenze confermano il valore della vaccinazione antinfluenzale quadrivalente in tutte le fasce d’età

Nella stagione influenzale appena conclusa non sono stati raggiunti né gli obiettivi di copertura vaccinale ottimali nei soggetti anziani e nei gruppi a rischio (95%) né quelli minimi (75%).

La diffusione imprevista del ceppo B/Yamagata

«La stagione appena passata – continua Rezza – è stata caratterizzata da un’ampia circolazione del ceppo B/Yamagata che ha generato inaspettatamente grandi focolai epidemici. Ormai da alcuni anni si verifica una co-circolazione di due diversi ceppi (Victoria e Yamagata) dello stesso virus B con proporzioni variabili. Questo, dietro indicazione dell’OMS, ha portato le aziende produttrici a sviluppare vaccini quadrivalenti. Il virus B/Yamagata non era inserito nel vaccino trivalente dell’ultima stagione perché non era previsto che sarebbe circolato, invece e è circolato in misura maggiore rispetto al virus A H1/N1 e ha colpito non soltanto bambini, ma, in modo inatteso, anche adulti e anziani. È stato responsabile di più del 60% di casi di influenza verificatisi nella stagione 2017/2018 in Italia e ha generato un alto numero di casi gravi nei più anziani».

La vaccinazione in età pediatrica: i risultati della valutazione HTA

«Nonostante la disponibilità di vaccini efficaci e sicuri, il picco epidemico dell’ultima stagione influenzale è il più alto degli ultimi 15 anni – commenta Giovanni Rezza, direttore dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. – Sono infatti stati registrati:

  • 160 morti, tra i quali 2 donne in gravidanza,
  • 744 i casi gravi.

La fascia d’età maggiormente colpita è stata quella infantile. Infatti i bambini, vivendo in comunità, amplificano la circolazione del virus».

L’età di massima incidenza dell’influenza è tra 0 a 4 anni (seguita da quella tra 5 e 14 anni). La sorveglianza InfluNet evidenzia che i bambini da 0 a 5 anni, infatti, si ammalano d’influenza circa 10 volte di più rispetto all’anziano e circa 5 volte di più rispetto all’adulto. Ciononostante la vaccinazione antinfluenzale è poco diffusa nei bambini.

La maggior parte della popolazione percepisce l’influenza come una malattia non grave e, pertanto, non avvertite la necessità di proteggersi attraverso la vaccinazione.

In particolare i genitori non sono consapevoli che le complicanze dell’influenza possono manifestarsi a carico di diversi apparati e organi (da quello respiratorio a quello renale, dal sistema nervoso centrale, al cuore e ai reni) e che tali complicanze possono essere gravi e richiedere anche l’ospedalizzazione.

Una copertura vaccinale più ampia, con l’utilizzo di un vaccino quadrivalente, potrebbe proteggere in maniera efficace e sicura soprattutto questa categoria così delicata, ma anche indurre un risparmio economico per il SSN, come emerge da una valutazione di Health Technology Assessment (HTA) dell’Università degli Studi di Firenze dell’Università degli Studi di Genova e dell’ Università Tor Vergata di Roma.

«Il report di HTA sull’influenza nella fascia dai 6 mesi ai 6 anni di età nasce dall’evidenza che l’influenza è una malattia importante sia per gli effetti diretti sulla salute del bambino sia perché il bambino è il principale responsabile della trasmissione dell’infezione alla popolazione adulta e anziana. Quindi – dichiara Paolo Bonanni, professore di Igiene presso l’Università degli Studi di Firenze prevenire l’influenza nel bambino significa ridurre anche l’incidenza negli adulti/anziani, fascia di età nella quale le coperture non sono ottimali».

«La valutazione HTA della vaccinazione universale in età 0-6 anni ha dimostrato i rilevanti benefici (sia sanitari sia economici) legati all’uso del vaccino Vaxigrip Tetra® sia rispetto alla non vaccinazione sia rispetto al vaccino trivalente – aggiunge Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Sanitaria Università Tor Vergata di Roma. Il modello di valutazione economica ha stimato un rapporto incrementale di costo-efficacia (ICER) pari a € 19.474/QALY per il vaccino anti-influenzale quadrivalente rispetto a una strategia di vaccinazione trivalente e un ICER pari a € 8.644/QALY per il vaccino anti-influenzale quadrivalente rispetto all’assenza di vaccinazione antinfluenzale. Nello studio si è osservato che vaccinando il 40% di tutti i bambini italiani tra 0 e 6 anni con il quadrivalente, rispetto al trivalente, si preverrebbero 16 mila casi di influenza addizionali all’anno».

L’immunizzazione universale dei bambini con il vaccino quadrivalente, secondo il report, risulta quindi la scelta migliore di sanità pubblica per garantire la protezione diretta nei bambini e indiretta di tutta la popolazione.

L’impatto economico della vaccinazione antinfluenzale negli adulti

Uno studio condotto dall’ALTEMS dell’Università Cattolica di Roma conferma inoltre il positivo impatto economico sul SSN della vaccinazione antinfluenzale nella fascia 18-64 anni d’età.

Per ogni euro investito in vaccini in età adulta se ne recuperano in media 18. In particolare, per il sistema economico nazionale ne rende:

  • 2 in termini di gettito fiscale,
  • 16 in termini di maggiore produttività sul lavoro.

La vaccinazione antinfluenzalenell’arco dell’anno, impatta per 500 euro a persona tra giornate di lavoro che non vengono perse e minore spesa previdenziale.

Con la vaccinazione di 900.000 adulti (in età lavorativa) in più rispetto agli attuali 2 milioni, il sistema economico “guadagnerebbe” ben 450 milioni di euro ogni anno.

L’impatto della vaccinazione quadrivalente negli anziani e nei gruppi a rischio

Focalizzandosi, invece, sui soggetti con età uguale o superiore a 65 anni e sugli adulti con patologie croniche, per i quali è già prevista una raccomandazione ministeriale alla vaccinazione, l’Università di Roma Tor Vergata ha condotto uno studio sull’introduzione della vaccinazione quadrivalente in Italia, valutando i principali dati in termini di costi evitati e di costo-efficacia.

«I dati dello studio che abbiamo condotto – commenta Francesco Saverio Mennini – evidenziano che la progressiva introduzione e il definitivo passaggio a una strategia di totale vaccinazione antinfluenzale con il vaccino quadrivalente permetterebbe di ridurre ulteriormente il burden della malattia di oltre 16 mila giornate di lavoro perse e di evitare ogni anno:

  • 2.400 casi di influenza (che non ricorreranno a visite),
  • 3.500 visite dal medico di medicina generale,
  • 446 ricoveri,
  • 133 morti.

Quantificando, l’introduzione del vaccino quadrivalente potrebbe generare una riduzione di spesa pari a circa 2 milioni di euro in termini di perdita di produttività e una riduzione di costi pari a circa 1,6 milioni di euro in termini di ricoveri».

Vaxigrip Tetra: un vaccino per tutte le età

Vaxigrip Tetra, vaccino anti-influenzale quadrivalente a virus inattivati di Sanofi Pasteur, è indicato per l’immunizzazione e la prevenzione della malattia influenzale causata da

  • due sottotipi di virus influenzali di tipo A
  • due ceppi di virus influenzali di tipo B, B-Victoria e B/Yamagata.

Vaxigrip Tetra ha ottenuto l’estensione delle indicazioni: a partire dalla prossima stagione, sarà disponibile anche per i bambini a partire dai 6 mesi di età.

«I dati di sviluppo clinico del vaccino Vaxigrip Tetra, pubblicati in letteratura, hanno evidenziato un ottimo livello di sicurezza e di protezione (immunogenicità) in tutte le fasce di età a partire dai 6 mesi – commenta Emanuele Montomoli, professore di Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Siena – Il vaccino ha ampiamente superato tutti i criteri standard EMA, dimostrando un’ottima risposta immunitaria protettiva verso tutti i 4 ceppi, per tutte le fasce di età a partire dai 6 mesi. I dati dimostrano che anche nei soggetti over 65 anni, la fascia più fragile, il vaccino Vaxigrip Tetra induce una adeguata risposta immunitaria da considerare protettiva. Tali dati quindi supportano l’utilizzo del vaccino quadrivalente anche in questa fascia di età».

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