La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per axicabtagene ciloleucel come trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma) – entrambi recidivanti o refrattari – dopo due o più linee di terapia sistemica.

Gilead e Kite ricordano che l’autorizzazione è valida nei 28 paesi dell’Unione europea, più Norvegia, Islanda e Liechtenstein. 

La Commissione europea ha approvato axicabtagene ciloleucel per due forme di linfoma non Hodgkin aggressive nei pazienti adulti
Axicabtagene ciloleucel è la prima terapia CAR-T a ricevere l’approvazione europea per due forme aggressive di linfoma non Hodgkin

«Axicabtagene ciloleucel è una nuova e promettente metodologia per trattare i pazienti europei con DLBCL e PMBCL – afferma Pier Luigi Zinzani, professore di Ematologia Istituto di Ematologia L. e A. Seràgnoli di Bologna. – Molti pazienti con queste forme aggressive di linfoma non Hodgkin, infatti, non rispondono alle terapie attualmente disponibili (o le hanno fallite) e hanno pertanto una prognosi molto sfavorevole; axicabtagene ciloleucel rappresenta per loro una nuova opzione terapeutica che ha dato risultati eccellenti come dimostrato dai dati che hanno portato all’autorizzazione europea all’immissione in commercio».

«Siamo orgogliosi di essere in prima linea in una nuova frontiera dell’innovazione in oncologia e di poter fornire terapie nuove e personalizzatae alle persone che convivono con questi tumori ematologici – dichiara Alessandro Riva, MD, vicepresidente esecutivo di Oncology Therapeutics & Head, Cell Therapy di Gilead. – Noi prevediamo che la terapia cellulare diventerà la base del trattamento di tutti i tipi di cancro».

Axicabtagene ciloleucel

Axicabtagene ciloleucel è una terapia con recettore antigenico chimerico dei linfociti T (CAR-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell) che utilizza il sistema immunitario del paziente per combattere alcuni tipi di tumori ematologici.
I linfociti T  del paziente vengono infatti estratti dall’organismo per leucaferesi e ingegnerizzati per produrre recettori antigenici chimerici (CAR, Chimeric Antigen Receptor) superficiali. I CAR permettono quindi ai linfociti T modificati (cellule CAR-T) di riconoscere le cellule tumorali.

La terapia cellulare ha dimostrato di poter indurre una risposta completa (nessun tumore rilevabile) in una percentuale di pazienti con DLBCL e PMBCL recidivato o refrattario, due forme aggressive di linfoma non Hodgkin (NHL, non-Hodgkin lymphoma).

In seguito al successo di un trattamento, le cellule CAR-T possono poi permanere nell’organismo per mesi dopo l’infusione, come difesa contro possibili recidive
tumorali.

Axicabtagene ciloleucel è già stato approvato dalla US Food and Drug Administration il ​​18 ottobre 2017.

Lo studio ZUMA-1 su ZUMA-1 su axicabtagene ciloleucel per due forme aggressive di linfoma non Hodgkin

La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio europea è supportata dai dati dello studio ZUMA-1.

Lo studio ZUMA-1 è stato condotto con axicabtagene ciloleucel in pazienti adulti con NHL3 refrattario aggressivo. In questo studio a singolo braccio, il 72% dei pazienti (n = 73/101) che avevano ricevuto una singola infusione di axicabtagene ciloleucel ha risposto alla terapia, con il 51% (n = 52/101) che ha ottenuto una risposta completa (valutata da un comitato di revisione indipendente; follow-up mediano di 15,1 mesi). A un anno dall’infusione, il 60,4% dei pazienti era ancora in vita (IC 95%: 50,2, 69,2) e la sopravvivenza complessiva (OS) mediana non era stata raggiunta (IC 95%: non stimabile [NS]).

Nel corso dello studio ZUMA-1, il 12% dei pazienti ha sperimentato sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore. Inoltre, il 31% ha manifestato tossicità neurologiche di grado 3 o superiore. La CRS e/o le reazioni avverse neurologiche si sono poi risolte nel 98% dei pazienti. I ricercatori hanno già sviluppato algoritmi di trattamento consolidati per gestire alcuni dei sintomi associati alla CRS e alle reazioni avverse neurologiche sperimentate dai pazienti trattati con axicabtagene ciloleucel.

Le più comuni reazioni avverse di grado 3 o superiore comprendono:

  • encefalopatia,
  • infezione da patogeno non specificato,
  • sindrome da rilascio di citochine,
  • infezione batterica,
  • afasia,
  • infezione virale,
  • delirio,
  • ipotensione e ipertensione.

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