In occasione dei 70 anni di storia dell’NHS, il sistema sanitario britannico, uno studio della società di consulenza Office for Health Economics (OHE) fa il punto sui dieci farmaci più importanti per l’NHS, che hanno avuto l’impatto più rilevante sulle sue attività non solo a livello sanitario ma anche socio-economico: clorpromazina, vaccino per la poliomelite, contraccettivi orali, penicilline di seconda-quarta generazione, beta bloccanti, beta-2 agonisti, tamoxifene, immunosopressori, antiretrovirali per Hiv/Aids e vaccino trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia).

I dieci campioni

La clorpromazina, sintetizzata nel 1951 ed entrata in uso nell’NHS nel 1954, è vista come rappresentante principale della “rivoluzione psicofarmacologica” che ha progressivamente permesso di curare i malati psichiatrici anche al di fuori delle strutture di ricovero specializzate. La clorpromazina è ancor oggi nella lista Who dei medicinali essenziali, ed è stata la progenitrice di tutti i seguenti farmaci anti psicotici e anti-depressivi.
La vaccinazione contro la poliomielite, effettuata in Gran Bretagna a partire dagli anni 1955-1958, è il rappresentante simbolo dell’importanza assunta dai vaccini come imprescindibile misura preventiva per la salute pubblica. La malattia è stata considerata eradicata nel Regno Unito nel 1966.
I contraccettivi orali, introdotti in Gran Bretagna nel 1961, sono l’intervento farmacologico che ha avuto il più alto impatto “non-medico”, in quanto hanno molto contribuito al cambiamento degli stili di vita e all’affermarsi di un modello economico in cui il medicinale viene assunto giornalmente da vasti strati di popolazione sana.
Ampicillina, amoxicillina e flucloxacillina sono tra le penicilline introdotte nell’NHS a partire dal 1948 e che hanno giocato un ruolo determinante nel ridurre l’impatto delle infezioni e delle conseguenti mortalità e morbidità.
Il propanololo è stato il primo beta-bloccante, una categoria di farmaci sviluppata negli anni ’60 e che ha avuto un impatto rilevante nella riduzione del rischio e della mortalità cardiovascolare, con importanti riflessi anche sulla riduzione dei costi derivanti dall’ospedalizzazione di questo tipo di pazienti.
Il salbutamolo è la molecola rappresentativa della classe dei beta-2 agonisti, che hanno permesso ai pazienti affetti da asma di gestire al meglio la malattia, con un netto miglioramento della qualità della vita, diminuzione della mortalità e del numero di ricoveri.
Il tumore al seno è una delle forme tumorali più diffuse la cui terapia ha iniziato a volgere verso prognosi più fauste con l’introduzione del tamoxifene, disponibile in Gran Bretagna dal 1972.
La disponibilità del primo agente immunosopressore, l’azatioprina, ha aperto le porte negli anni ’60 all’era dei trapianti. Il farmaco è stato soppiantato a partire dal 1983 dalla ciclosporina; oggi sono disponibili molti nuovi principi attivi per questa categoria terapeutica, come ad esempio l’acido micofenolico, che hanno portato ad una progressiva riduzione del rischio di rigetto nei trapianti.
Dall’introduzione della zidovudina, il primo farmaco contro l’Aids, la terapia di questa infezione retrovirale ha avuto un’evoluzione esponenziale che ha portato alle attuali terapie antiretrovirali combinate (cART) che assicurano ai pazienti una buona qualità della vita e un basso rischio di mortalità.
I vaccini trivalenti morbillo-parotite-rosolia, introdotti nel Regno Unito a partire dal 1988, hanno portato nel 1994 ad azzerare le morti per morbillo.

La metodologia d’indagine

Il panorama dell’armamentario farmaceutico è molto cambiato dal lontano 1948; l’OHE ha cercato di evidenziare i benefici apportati via via dall’introduzione dei nuovi farmaci non solo dal punto di vista clinico, ma anche rispetto all’efficienza del sistema sanitario, alla qualità della vita e all’impatto sociale. L’indagine è stata condotta dapprima sulla base di un’analisi della letteratura e il confronto con esperti di storia del farmaco di enti quali la British Society for the History of Pharmacy e la British Society for the History of Medicine. A ciò si sono aggiunte varie interviste semi-strutturate con esperti volte a cogliere la percezione dell’impatto che i prodotti hanno avuto in Gran Bretagna, sia a livello di miglioramento dell’armamentario terapeutico a disposizione dei medici, che dell’impatto sulla vita delle persone e sui costi per il sistema sanitario britannico. Sulla base dei farmaci citati dai vari opinion leader, è stata individuata una prima short-list di 37 farmaci o famiglie di farmaci. Di queste, dieci sono stati considerati essere i più rilevanti.