In Italia, la campagna di vaccinazione di massa contro il virus SARS-CoV-2 è iniziata ormai da qualche settimana. I vaccini attualmente impiegati sono quelli sviluppati e prodotti da Pfizer/BioNTech e da Moderna, entrambi basati sulla nuova tecnologia mRNA. Per quello che riguarda gli effetti avversi insorti dopo la somministrazione del vaccino di Pfizer, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) riporta nel suo sito che: «Più di 1 persona su 10 ha manifestato dolore e gonfiore dei tessuti in corrispondenza del punto di inoculazione accompagnati da dolori muscolari e articolari, cefalea, stanchezza, febbre e brividi».

Meno di 1 persona su 10 ha invece osservato un arrossamento cutaneo localizzato nel sito di iniezione accompagnato da nausea. Altri effetti collaterali meno comuni sono: prurito nel punto di somministrazione del vaccino, malessere generale, aumento di volume dei linfonodi, insonnia e, in casi ancora più rari, paresi facciale periferica acuta. In particolare, la somministrazione della seconda dose di vaccino sembra provocare un numero maggiore di effetti collaterali. Stefania Salmaso, della Società Italiana di Epidemiologia, spiega che, dopo la prima dose, il nostro sistema immunitario viene spronato ad agire contro le proteine virali prodotte grazie all’informazione trasportata nelle cellule dall’RNA messaggero. Dopo la seconda dose, invece, la risposta dell’organismo può essere più forte perché le difese antivirali sono già pronte e intervengono quindi rapidamente e con maggior vigore. Questa evenienza è peraltro comune ai vaccini già in uso contro altre malattie. In genere, comunque, Aifa ha comunicato che si tratta di reazioni “di entità lieve o moderata, che si sono risolte entro pochi giorni”, con riferimento sia a quelle dopo la prima dose che a quelle dopo la seconda di richiamo.

Aifa ricorda altresì che, nelle Nazioni dove è cominciata la campagna di immunizzazione utilizzando il vaccino di Pfizer-BioNtech, è iniziata parallelamente anche la raccolta delle segnalazioni degli effetti collaterali, indipendentemente dalla loro gravità. L’obiettivo, precisa Aifa, è quello di “definire con sempre maggior precisione il tipo di profilo di rischio legato alla vaccinazione”.

Per quanto riguarda l’Italia, le segnalazioni possono essere fatte:

  • al medico di famiglia; 
  • al centro di vaccinazione;
  • al farmacista di fiducia; 
  • alla Asl di appartenenza; 
  • sul sito Vigifarmaco dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

La comunicazione di queste reazioni avverse “può essere effettuata anche direttamente da chiunque le osservi o ne venga a conoscenza, sia esso operatore sanitario o cittadino, compilando la scheda disponibile sul portale dell’Aifa e inviandola al responsabile locale di farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza”. È anche possibile fare la segnalazione direttamente online seguendo la procedura guidata reperibile sul sito Vigifarmaco.