Opposizione ai vaccini, un problema emergente e una sfida da cogliere per l'Oms

Il problema della sicurezza dei vaccini è il principale fattore che può guidare all’esitazione e far propendere la popolazione degli scettici per il NO e quindi al rifiuto della vaccinazione per se stessi o per i propri figli.

Ma non è solo un problema di innocuità. Alla base dello scetticismo, definito vaccine hesitancy, vi sono diversi fattori; tra questi spiccano le convinzioni negative basate su falsi miti (come ad esempio la credenza che la vaccinazione renda sterili le donne), la disinformazione, la sfiducia negli operatori o nell’assistenza sanitaria, il ruolo di leader influenti, le barriere geografiche, i costi e anche la paura degli aghi e del dolore. Ad affermarlo sono gli esperti dell’OMS che in un numero speciale della rivista Vaccine hanno esaminato il ruolo della diffidenza nei confronti dei vaccini nel limitare la copertura vaccinale ed esplorato le strategie per affrontarla.

Opposizione ai vaccini, un problema emergente e una sfida da cogliere per l'Oms
Opposizione ai vaccini, un problema emergente e una sfida da cogliere per l’Oms

 

Si tratta di un problema globale, complesso, in continuo mutamento che non affligge solo i Paesi ad alto reddito e le conseguenze della mancata vaccinazione sono molto significative.

A favore dei vaccini

I punti a favore dei vaccini sono diversi. Tra questi emergono:

  • la salvaguardia della vita. Secondo le stime più recenti dell’OMS ogni anno nel mondo muoiono circa 1,5 milioni di bambini per malattie che potrebbero essere prevenute con i vaccini esistenti e un bambino su cinque non riceve le vaccinazioni di routine. Al contrario, i vaccini consentono di salvare ogni anno 2,5 milioni di persone. Nel tempo i vaccini hanno consentito di debellare importanti malattie, come il vaiolo e la poliomelite, che quando non mettevano a rischio la vita degli ammalati ne peggioravano sensibilmente la qualità rendendoli invalidi.
  • la prevenzione di altre malattie e conseguenze. Un esempio è il vaccino anti-HBV che non solo protegge dall’epatite B, ma anche da tutte le conseguenze e rischi per la salute, compresa l’insorgenza di diversi tumori.
  • migliore sostenibilità del sistema sanitario. La prevenzione di una malattia risulta infatti sempre meno costosa della sua cura. Nei costi correlati a una malattia non ci sono solo quelli medici e farmaceutici, ma anche quelli indiretti come quelli correlati alla ridotta produttività. Stime recenti hanno calcolato che per vaccinare tutti i cittadini italiani di età compresa tra i 50 e i 60 anni si spenderebbero 66 milioni di euro, ma se ne guadagnerebbero 746 milioni di euro. «Quali altri tipi di investimento consentono di investire 1 e ottenere 10?» ha dichiarato Nicoletta Luppi (Presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria) nell’ambito del convegno “Il futuro del SSN tra modelli organizzativi, sostenibilità e innovazione” svoltosi ad Asiago. Dello stesso parere anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha dichiarato

«In un periodo di recessione investire nella prevenzione e nelle pratiche vaccinali non solo è eticamente corretto, perché la salute è un diritto riconosciuto, ma contribuisce al modello di sostenibilità della società».

Il vantaggio che i vaccini possono portare in termini di salute globale è davvero enorme proprio «per questo l’opposizione ai vaccini è una sfida che dobbiamo cogliere e affrontare», affermano gli esperti dell’OMS.

Quali strategie per contrastare l’opposizione ai vaccini?

Non esiste una bacchetta magica per combattere il fenomeno della riluttanza nei confronti dei vaccini. Sicuramente una comunicazione efficace è la chiave per dissipare le paure, affrontare le preoccupazioni e promozione dell’accettazione della vaccinazione. Ma l’intervento deve affidarsi a un piano mirato e composto da diverse strategie. Tra queste, secondo gli esperti, le strategie più efficaci:

  • si rivolgono in modo specifico alle popolazioni non vaccinate o vaccinate in modo non opportuno
  • mirano ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza sui vaccini
  • migliorano la convenienza e facilitano l’accesso alla vaccinazione
  • si rivolgono a popolazioni specifiche (es HPV)
  • convolgono delle figure di riferimento (influencers) per promuovere la vaccinazione

Uno studio condotto dall’Università di Illinois, pubblicato sul British Medical Journal, ha dimostrato come il fornire ai cittadini informazioni sui pericoli rappresentati dalle malattie trasmissibili evitabili con i vaccini sia più efficace nel persuadere gli scettici rispetto al cercare di contrastare convinzioni sbagliate sui vaccini.

E gli italiani, quanto sono informati e scettici?

Secondo un’indagine Censis il 70% degli italiani cerca informazioni sulle vaccinazioni, ma non sempre attinge a fonti attendibili, soprattutto quando queste provengono dal web. La malainformazione, insieme alla disinformazione, sicuramente contribuisce ad aumentare la paura dei vaccini e quindi l’opposizione ai vaccini.

Clicca qui per seguire l’intervista ad Alberto Villani (Primario Pediatria Malattie Infettive, Ospedale Bambino Gesù di Roma) sugli strumenti per riconoscere le fonti attendibili sui vaccini; Giovanni Rezza (Direttore Dipartimento Malattie Infettive, ISS) sul ruolo delle aziende sanitarie nel promuovere la corretta informazione sulle vaccinazioni; Ketty Vaccaro (Direttore Welfare Censis) sui risultati dell’indagine Censis.

Per approfondire

Vaccinazioni, fondamentale una corretta informazione

VaccinarSì, un sito per la buona informazione

Morbillo, parotite, rosolia Il ritorno delle malattie esantematiche

Vaccini contro tumori, cardiopatie e anche l’Alzheimer