In vista della pubblicazione dell’Industrial Decarbonisation Accelerator Act (IDA) da parte della Commissione europea, prevista entro fine 2025, l’associazione dell’industria biotech europea EuropaBio ha pubblicato le sue osservazioni in vista della messa a punto del testo definitivo. L’Industrial Decarbonisation Accelerator Act è un’iniziativa che s’inquadra all’interno del Clean Industrial Deal e punta a definire i criteri a sostegno di una crescete domanda di prodotti “puliti” fabbricati nel’Unione europea, nonché per mettere a disposizione dei settori industriali ad alta intensità energetica un’offerta di energia pulita europea.
Tra le iniziative previste in tal senso vi sono procedure più rapide per la concessione delle autorizzazioni relative alle tecnologie a bassa emissione di carbonio e la reazione di un mercato competitivo per prodotti e tecnologie sostenibili.
Tre pilastri a sostegno dell’industria biotech
Al centro della posizione di EuropaBio sul nuovo regolamento vi è la necessità d’includere in modo esplicito nell’IDA le biotecnologie e il biomanufacturing tra le tecnologie prioritarie, in quanto fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi UE in tema di evoluzione verso nuovi modelli di economia e società sane, resilienti e sostenibili.
La proposta di EuropaBio per migliorare i contenuti dell’Industrial Decarbonisation Acellerator Act verte su tre pilastri distinti, a partire dalla semplificazione delle autorizzazione e l’accelerazione dello scaleup. In particolare, il position paper propone di estendere le misure di semplificazione e concessione delle autorizzazioni previste dal Net-Zero Industry Act a tutte le applicazioni biotech e di biomanufacturing. L’accesso al mercato dovrebbe venire facilitato con l’espansione del ricorso a regulatory sandbox. EuropaBio chiede anche l’eliminazione delle barriere per il finanziamento della bioeconomia e l’accesso a tutte le fonti di materie prime di carbonio rinnovabili e sostenibili, indipendentemente dalla loro origine.
La creazione di un mercato competitivo per le tecnologie sostenibili dovrebbe passare anche da incentivi specifici per gli early-adpter di tecnologie a basse emissioni di carbonio, anche mediante appositi progetti pilota. EuropaBio propone anche di prevedere soglie minime di domanda di prodotti bio-based nelle gare di appalto pubbliche, sull’esempio del programma BioPreferred in vigore negli Stati Uniti. Potrebbe anche venire previsto un regime temporaneo di aliquote IVA preferenziali per i prodotti biotech, inclusi i materiali di input e gli intermedi di produzione, finalizzate a velocizzare lo sviluppo del biomanufacturing. Finanziamenti per la ricerca accademica di eccellenza, espansione dei mercati globali con tutela della proprietà intellettuale nei paesi terzi e modernizzazione del regolamento Variazioni per facilitare il ricorso a processi produttivi bio-based per i medicinali sono altre richieste dell’industria biotech.
Il terzo pilastro d’azione punta a garantire condizioni di parità tra i prodotti bio-based e quelli derivanti da fonti fossili. Tra i suggerimenti di EuropaBio figurano criteri di sostenibilità per le materie prime all’interno delle legislazioni di prodotto. In campo farmaceutico, sarebbe anche utile introdurre criteri di valutazione regolatoria focalizzati sulle prestazioni e la sicurezza del prodotto, piuttosto che sull’origine delle materie prime e sulle vie di produzione.
EuropaBio sottolinea anche come l’IDA debba essere allineato e coerente con altre iniziative legislative in corso, tra cui l’EU Biotech Act, la Strategia per la Bioeconomia, il Critical Medicines Act e la Life Science Strategy.







