Il ritorno dalle ferie estive ha portato con sé l’atteso Accordo quadro sui dazi reciproci applicati da Unione europea e Stati Uniti. L’annuncio congiunto del 21 agosto da parte della Commissione Europea e del Governo americano prevede che l’UE elimini tutte le tariffe sui beni industriali statunitensi e preveda un accesso preferenziale al mercato per vari prodotti alimentari e agricoli americani. Dal canto loro, gli Stati Uniti si sono impegnati ad applicare ai beni provenienti dal’UE la tariffa più elevata tra la US Most Favored Nation (MFN) tariff o una tariffa del 15% comprensiva di quella MFN e di quella reciproca. Dal 1 settembre 2025, inoltre, gli Stati Uniti applicheranno unicamente la tariffa MFN a una serie di prodotti europei, tra cui anche i farmaci generici, i loro ingredienti e precursori chimici. Il governo americano si è anche impegnato a non superare una tariffa del 15% per un’altra serie di beni europei, tra cui anche i medicinali.

Tra gli altri punti dell’accordo anche l’impegno dell’UE di adottare e mantenere requisiti di sicurezza tecnologica in linea con quelli degli Stati Uniti. È anche prevista la promozione degli investimenti reciproci sui due lati dell’Atlantico, con le aziende europee che dovrebbero investire altri 600 miliardi di dollari in settori strategici negli Stati Uniti entro il 2028. Dovrebbero anche aumentare gli acquisiti di equipaggiamenti e attrezzature militari dagli Stati Uniti. L’accordo quadro prevede anche l’impegno reciproco a evitare le barriere digitali ai commerci ingiustificate.

La Commissione Europea dovrebbe ora procedere rapidamente all’implementazione degli aspetti principali dell’accordo, secondo quanto riportato dal comunicato ufficiale. Dovrà, inoltre, venire negoziato con gli Stati Uniti un Accordo sul commercio equo, bilanciato e mutuo con gli Stati Uniti. Gli scambi commerciali tra i due lati dell’Atlantico hanno superato gli 1,6 trilioni di euro nel 2024, di cui €867 trilioni in beni e €817 trilioni in servizi. Gli investimenti reciproci nei rispettivi mercati ammontavano, nel 2022, a €5,3 trillioni.

«La Commissione europea perseguirà sempre gli esiti migliori per i propri cittadini e business. A fronte di una situazione sfidante, abbiamo mantenuto gli impegni con i nostri Stati membri e l’industria e abbiamo riportato chiarezza e coerenza nel commercio transatlantico – ha dichiarato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen Questa non è la fine del processo, continueremo a impegnarci con gli Stati Uniti per concordare delle riduzioni delle tariffe, per identificare più aree di cooperazione e per creare un maggiore potenziale di crescita economica. Allo stesso tempo, continueremo a diversificare le nostre partnership commerciali internazionali, creando posti di lavoro e prosperità nell’UE».

Le prime reazioni di EFPIA

La nota pubblicata da EFPIA, la federazione europea dell’industria farmaceutica innovator, a seguito dell’annuncio dell’accordo tra UE e USA sottolinea come la proposta rompa l’impegno trentennale dei governi a proteggere i pazienti grazie all’esenzione dai dazi dei medicinali innovativi e loro componenti. La Federazione e i suoi membri sono uniti nell’indicare che le tariffe imposte sui medicinali innovativi potrebbero ripercuotersi sui pazienti ai due lati del’Atlantico, risultando in carenze, limitando l’accesso e erigendo barriere alle attività R&D globali.


«Capiamo l’ambiente in cui si stano muovendo i politici europei e riconosciamo gli sforzi per assicurare un accordo commerciale per la regione che funzioni per tutti – ha commentato il direttore generale di EFPIA Nathalie Moll Con una tariffa potenziale del 15% sui farmaceutici, nessun percorso chiaro per le esenzioni dei medicinali innovativi e nessuna visibilità delle future politiche commerciali e di prezzo, rimaniamo preoccupati per il futuro dei pazienti e del nostro settore in Europa».

Secondo Moll, aggiungere nuove barriere a catene di fornitura altamente funzionali e complesse non è la via per raggiungere la resilienza nazionale, aumentare la produzione o migliorare la cura dei pazienti. La richiesta di EFPIA è di avviare con urgenza un Dialogo strategico settoriale con la Commissione e gli Stati membri volto ad assicurare il futuro di questo comparto industriale in Europa. La nota della Federazione indica la necessità di soluzioni concrete per aumentare gli investimenti farmaceutici in ricerca, sviluppo e produzione, riequilibrare gli scambi commerciali e garantire una distribuzione più equa di come l’innovazione farmaceutica viene finanziata e valutata.

E quelle di MedTech Europe

Anche MedTech Europe, in rappresentanza dell’industria europea delle tecnologie medicali, ha brevemente commentato dal suo sito l’accordo politico sui dazi raggiunto tra UE e USA. La nota sottolinea con allarme il fatto che non sembra che sia stato previsto di ridurre l’impatto delle nuove misure sui prodotti medicali e sui materiali essenziali necessari alla loro produzione. Ne consegue l’applicazione della tariffa del 15% prevista per tutti i beni industriali. 

MedTech Europe ha quindi espresso grande preoccupazione, sottolineando come le misure protezionistiche al centro degli accordi commerciali potrebbero mettere a rischio le catene di fornitura critiche, con possibili impatti negativi sia per la salute dei pazienti che per la resilienza dei sistemi sanitari. Le tariffe su dispositivi medici, diagnostici in vitro e tecnologie medicali in senso lato potrebbero, inoltre, pregiudicare il futuro di uno dei settori più innovativi e critici dell’economia europea. 

La richiesta di MedTech Europe a entrambe le parti è quindi di eliminare le tariffe previste per le tecnologie medicali e i loro materiali di input, al fini di tutelare i pazienti e garantire la competitività del settore.