Sono disponibili sul sito della European GDP Association (GDPA) i dati preliminari ricavati dal sondaggio condotto dall’associazione sull’implementazione delle Good Distribution Practices (GDP) nella catena distributiva farmaceutica. Il sondaggio si è chiuso lo scorso 31 luglio ed ha visto la partecipazione di duecento persone da una quarantina di diversi Paesi. L’associazione ha annunciato per settembre la disponibilità del report completo, scaricabile dal sito per i soci.
I primi dati del sondaggio
I titolari AIC hanno rappresentato la maggior parte dei rispondenti al sondaggio (poco meno del 30%), seguiti dai fabbricanti (15%), dai grossisti full-line (13%) e da quelli short-line (11%). Contributi al sondaggio sono giunti anche dai fornitori di servizi logistici (12%), da consulenti (circa 10%) e da alcune autorità competenti (3%).
Per quanto riguarda le dimensioni delle aziende, circa un quarto dei rispondenti lavora in PMI da 11-50 dipendenti, mentre le grandi aziende da più di mille dipendenti e le medie aziende (101-500 dipendenti) sono il luogo di lavoro, rispettivamente, di un quinto circa del campione per ciascuna categoria. Il 18% dei rispondenti è occupato in aziende con meno di dieci dipendenti. L’Unione europea è stata l’area geografica più rappresentata, con circa i tre quarti delle risposte.
Il sondaggio ha visto prevalere leggermente (46%) l’indicazione che i titolari AIC nel paese dei rispondenti non devono possedere un’Autorizzazione alla distribuzione all’ingrosso (WDA), rispetto al 42% che ne ha indicato la necessità. Nella maggior parte dei casi (55%) è stato riportato che la WDA elenca solo che categorie basilari di prodotti, come quelli sottoposti a cold chain o i narcotici. Nei due terzi dei casi, inoltre, la WDA deve recare anche l‘elenco dei magazzini a contratto.
Per quanto riguarda i titoli necessari a ricoprire la figura di Persona responsabile, nel 31% dei casi è stato segnalato il requisito formale della laurea in farmacia nel paese interessato, mentre nel 37% dei casi, seppur non obbligatorio, tale requisito è raccomandato o auspicato dalle autorità. Circa la metà del campione, inoltre, ha segnalato la non necessità di nominare una Persona qualificata.
Per quanto riguarda le auto-ispezioni, il 40% dei rispondenti ha indicato che sono condotte ogni anno o in base al rischio. Tali ispezioni toccano, nel 41% del risposte al sondaggio, tutti gli aspetti del sistema di gestione della qualità (QMS). Quasi i tre quarti del campione, inoltre, ha indicato che tutte le spedizioni prevedono il monitoraggio della temperatura, mentre il 69% dei rispondenti ha indicato l’esecuzione di una valutazione di rischio per ogni via di trasporto.
 
             
		