Siamo un Paese destinato all’invecchiamento: la bassa natalità e la gestione migliore delle cronicità fanno prevedere tra il 2045 e il 2050 una quota di over 65 superiore al 34%[1]. Siamo pronti ad una trasformazione sociale e assistenziale così pesante in termini clinici, economici, di sostenibilità per il sistema? Temi di interesse collettivo, comunitario, che sono stati oggetto di discussione al “Longevity & Ageing”, evento tenutosi presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, promosso da Nucleate, organizzazione internazionale no profit attiva in ambito Bio-Entrepreneurship, in collaborazione con G-Gravity, hub phygital di Innovazione e Centro di competenza dedicato all’Healthcare.

Longevità e tecnologia

Rappresentano l’obiettivo e la sfida del prossimo futuro, ma che mette radici già nel presente. La stima delle misure da intraprendere deve partire dall’analisi di dati di “real word”, sullo status di popolazione, analizzato nelle sue diverse sfaccettature, cliniche, sociali, economiche e politiche, con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. «Bisogna partire dal dato demografico – dichiara Lamberto Bartolé, Assessore al Welfare del Comune di Milano – per un pensiero comune fra amministrazione, politica e mondo delle imprese sul tema della longevità in modo da costruire un’agenda i cui punti nodali siano il potenziamento e supporto delll’invecchiamento attivo, lo sviluppo di un senior housing moderno, la realizzazione di Hub territoriali per assicurare l’accesso ai servizi e sostenere i caregiver familiari impegnati nel gestire la non autosufficienza». Obiettivo che non può essere mancato dalle istituzioni e decisori politici: «La questione della longevity può diventare una straordinaria opportunità – aggiunge Elena Bonetti, Deputato, già Ministro delle Pari Opportunità – ma che necessita di coordinare iniziative di più ampio raggio, dalla previdenza al tema del lavoro, della natalità e delle politiche di genere». Una attenzione che va estesa anche a temi generazionali, economici e sociali: da qui la necessità di avviare azioni, prioritarie, mirate alla migliore “governance” del territorio e strategie di welfare.

Sostenibilità e invecchiamento attivo

Sono le due “coordinate” che devono essere al centro e di ispirazione della definizione di politiche e obiettivi per il mantenimento e preservazione di una terza e quarta età in salute: un diritto, ma anche un impegno verso comportamenti maggiormente consapevoli e sostenibili individuali e del territorio, tenuto conto anche del fatto che nel nostro Paese un terzo degli over 75 non è più autosufficiente.[2] «Negli ultimi 20 anni – aggiunge Alberto Beretta, Direttore Scientifico di Solongevity, startup che apre nuovi orizzonti alla medicina di lunga vita – sono stati fatti enormi progressi nel comprendere i meccanismi dell’invecchiamento, grazie alle scoperte in ambito genetico e allo sviluppo di terapie biotecnologiche rivolte soprattutto alle malattie degenerative. Tra queste la medicina di precisione e l’epigenetica degli “age clock”, ovvero misurazioni in grado di calcolare l’età biologica dell’individuo». Un importante potenziamento in questa direzione è offerto dall’Intelligenza Artificiale (IA) che, grazie alla creazione di sistemi specialistici, integra l’enorme quantità di dati generati, elaborando dati predittivi di salute e di rischio malattia. Indispensabile per le proiezioni del prossimo futuro.

Il ruolo della tecnologia e dell’IA

Devono concretizzarsi nel concetto di “Longevità e Innovazione Responsabile”: obiettivo cui mira anche il progetto condotto da Jonathan Haskins, nell’ambito delle iniziative di ricerca di Fondazione Bassetti. Ovvero una sperimentazione sui nanorobot contenuti nella lattina Longevity: microcapsule che, se assorbite dal corpo, consentono di modificare diversi elementi del suo funzionamento naturale, migliorando e prolungando la sopravvivenza, con qualità di vita. Al pari di progetti fortemente innovativi e disruptive, sono di interesse rilevante anche questioni che riportano all’inclusione, a rischi per l’ambiente e alle implicazioni sociali, istituzionali e di governance di scelte e azioni correlate alle longevità.

Longevità per tutti

Nel rispetto di questo core andranno studiati e rivisti l’assetto di sistemi sociali e di welfare, analizzando in parallelo le conseguenze etiche poste dai progressi scientifici. «Spesso la pura innovazione tecnologica – conclude Beretta – non basta a garantire un’esistenza più longeva; essa deve essere affiancata e sostenuta da uno stile di vita sano, nuove tecniche di prevenzione e dalla formazione di operatori sanitari sul territorio in grado di tutelare il “capitale-longevità”». Questo è il potenziale di salute e benessere per gli anni futuri, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la “riserva fisiologica” dell’individuo.


[1] G.C. D’Amico, Longevità una opportunità per il Paese, Harvard Business Review, Novembre 2022.

[2] FONTE: ISTAT, Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell’Unione Europea, 2015.