Il 28° regime d’impresa proposto dalla Commissione europea dovrebbe supportare le startup e le piccole e medie imprese in ambito biotech nel lanciare i loro prodotti, nello scalare le produzioni e, non ultimo, nel mantenere la loro sede in Europa. Questo il messaggio al centro dei commenti inviati dall’associazione europea di settore EuropaBio nell’ambito della consultazione pubblica sulla proposta legislativa. 

Il comparto contribuisce all’economia europea con oltre 75 miliardi di euro/anno di valore aggiunto, ma nonostante il numero significativo di startup e PMI, molte società biotech sono forzate a ricollocare le proprie attività in regioni regolatorie meno restrittive e mercati di capitali più liquidi, si legge nel documento di EuropaBio.

Documento che riassume il feedback ottenuto da un sondaggio interno che ha toccato 26 associazioni nazionali e regionali, rappresentative di oltre quattromilacinquecento startup e PMI biotech,

Fondare un’impresa biotech in Europa

La prima parte della posizione di EuropaBio riassume gli elementi ritenuti importanti del fare impresa in campo biotech in Europa e le raccomandazioni che ne conseguono, che la Commissione dovrebbe considerare nella messa a punto del testo finale della nuova legislazione sul 28° regime d’impresa. Tra queste, la disponibilità di consulenza legale a prezzi accessibili sulle procedure da seguire per la creazione di una nuova società secondo il nuovo regime, su come orientarsi tra le diverse legislazioni nazionali in materia societaria e sugli investimenti in società di tutti gli stati membri.

Per EuropaBio andrebbe anche implementato il principio “solo una volta”, abilitando procedure di registrazione completamente digitali, gratuite o con costi minimi, accessibili sia in inglese che nelle lingue nazionali e senza bisogno della presenza di notai. Tali procedure dovrebbero prevedere una durata massima di 48 ore. Dovrebbero anche venire creati appositi incentivi per le aziende che scelgano di costituirsi sotto un marchio UE, ad esempio in materia di attrazione di talenti o esenzioni fiscali. 

La struttura proposta per il 28° regime d’impresa

Il documento di EuropaBio prosegue analizzando più nel dettaglio la struttura che dovrebbe assumere il nuovo regime d’impresa, che dovrebbe inizialmente focalizzarsi su startup e PMI con progetti innovativi. Dovrebbe anche venire garantito che le startup e le PMI  non perdano il loro status di marchio UE man mano che acquisiscano dimensioni maggiori.

Per EuropaBio non dovrebbe essere richiesto un capitale minimo per la registrazione e dovrebbero venire aggiornati gli strumenti digitali per permettere procedure semplici e veloci per la gestione dei cambiamenti dell’assetto e della rappresentatività delle aziende. 

L’associazione dell’industria biotech chiede anche procedure veloci per le aziende attive nelle tecnologie STEP, procedure che andrebbero anche coordinate con le autorità nazionali competenti per la certificazione e il supporto a startup e PMI. La registrazione delle imprese al 28° regime dovrebbe anche venire ulteriormente semplificata mediante il ricorso a modulistica standard o altre opzioni che garantiscano flessibilità. Tra queste, Europabio chiede anche che sia possibile modificare successivamente l’atto costitutivo e lo statuto, man mano che le società crescono e si adattano. 

Come rendere attrattivo il 28° regime d’impresa

Europabio ha anche analizzato come attrarre investimenti nelle società aderenti al 28° regime d’impresa. Tra le raccomandazioni per la Commissione vi è la garanzia che non vi siano distorsioni di mercato o concorrenza sleale attraverso sussidi o sovvenzioni che comportino l’obbligo di ritirare le operazioni da altri stati membri. Andrebbe anche sviluppata una documentazione armonizzata per le stock options dedicate ai dipendenti, stock option che andrebbero tassate come plusvalenze e non come reddito. EuropaBio chiede anche che non venga limitata la possibilità dei dipendenti di fare tranding sulle azioni ovvero, ove siano necessarie restrizioni, di applicare solo diritti di prelazione. Su questo punto, l’associazione dell’industria biotech propone anche di valutare strumenti alternativi di stock option per i dipendenti e di continuare gli sforzi per dar vita a un Mercato unico europeo per le azioni, equivalente al NASDAQ americano, e all’Unione dei risparmi e degli investimenti

Sarebbero anche necessarie linee guida migliori per le PMI su come orientarsi nei diversi sistemi fiscali nazionali e bisognerebbe prevedere incentivi fiscali per le aziende che scelgano di aderire al 28° regime d’impresa 

Attrarre talenti e proprietà intellettuale

L’ultimo argomento affrontato nella posizione di EuropaBio riguarda gli asset intellettuali alla base delle attività delle aziende innovative in campo biotech. In particolare, la proposta alla Commissione prevede lo sviluppo di quadri normativi standardizzati a livello UE per il licensing della proprietà intellettuale e per le condizioni di spin-off. Andrebbero anche armonizzate le procedure di richiesta dei visti da parte di talenti extra-UE altamente specializzati e sarebbe necessario artuvare procedere fast-track di concessione dei visti, in collaborazione con università e istituzioni affidabili. Le società aderenti al 28° regime d’impresa dovrebbero anche venire supportate nell’orientarsi tra gli obblighi in tema sanitario e sociale, così da facilitare il lavoro transfrotnaliero da remoto all’interno dell’UE. 

Foto di Phuc Hoang da Pixabay