a cura di Marcello Fumagalli - direttore generale CPA Italy

L’industria del “farmaco” possiede speciali qualità sia per ciò che riguarda l’ambito della salute sia per l’importante ruolo sociale. Gli antichi “farmacopoli”[1], nel retro delle loro botteghe, embrioni delle future industrie, si adoperavano per ideare “ricette” con un numero di ingredienti elevato assecondando la narrazione della tradizione che voleva che la formulazione complessa portasse a una panacea di sicuro successo. La Teriaca di Andromaco[2], per esempio, ne aveva addirittura 64. Così, come una volta, la fortuna della “spezieria” dipendeva dall’armamentario dei prodotti, così il successo dell’industria farmaceutica è sempre stato segnato dall’innovazione. Infatti, la sua mancanza corrisponderebbe a un decadimento se non una vera e propria regressione. A ruota l’eticità, la cui assenza comprometterebbe l’immagine del mondo “farmaceutico” quale industria destinata alla salvaguardia della salute umana e animale e non solo espressione di un business di proporzioni uniche.

Un successivo volto delle attività produttive dei medicamenti è la complessità che con lo sviluppo delle conoscenze chimiche nonché tecnologiche e industriali impongono un’attenzione particolare agli attuali temi della sostenibilità e della responsabilità, entrambe indispensabili per chiunque operi nel settore che deve sempre tenere presente l’impatto e il rischio della propria operatività capace di influire sulla vita di miliardi di persone. Come per tutta l’Industria ad alto rischio gli aspetti ingegneristici e la tecnologia sono alla base dei miglioramenti dei processi produttivi caratterizzati da onerosi investimenti che sono un aspetto critico a cui va prestata un’attenzione speciale con la creazione di politiche industriali certe e stabili per garantire fluidità e continuità alle società.

Per ultimo, ma non ultimo, è l’interdipendenza la cui importanza è salita alla ribalta con la globalizzazione e con l’evento drammatico della “pandemia”. Le catene di fornitura e la logistica sono diventate uno dei temi più importanti e studiati al mondo imponendo un’analisi lucida delle tendenze geopolitiche degli ultimi anni ispirando chiunque a sviluppare la propria idea sul futuro ed elaborare una conseguente strategia in base al tipo di azienda in cui opera. La storia ci insegna che i principali progressi nei vari campi, le cosiddette innovazioni, hanno spesso avuto origine da individui che non si sono mai adattati completamente alle tendenze, ma hanno creato i nuovi orientamenti con il cosiddetto pensiero diverso o laterale.

In tutti i campi, anche i più razionali e tecnici, applicare la giusta dose di creatività e coraggio è decisivo per il successo anche se esiste una ferrea regolamentazione. Altrettanto determinanti sono la conoscenza, l’esperienza e la consapevolezza del ruolo sociale. Credo che ogni scostamento da quanto appena accennato corrisponderà alla perdita di una posizione di prestigio dell’industria chimico e farmaceutica italiana che ha saputo indicare al mondo l’Arte della Spezieri.

  1. Termine arcaico usato per chiamare gli spezieri e poi gli apotecari.
  2. Antidoto contro i veleni delle “bestie” velenose. L’ingrediente fondamentale era la carne di vipera, nella convinzione che l’animale conservasse anche l’antidoto oltre al veleno. La definizione “di Andromaco” perché il farmaco fu modificato da Andromaco medico di Nerone.