Porta la firma di nove associazioni europee del settore farmaceutico e della salute, tra cui AESGP (prodotti di autocura), EuropaBio (biotech), EUCOPE (imprenditori farmaceutici), EFPIA (industria farmaceutica innovator), Medicines for Europe (generici e biosimilari), Vaccines Europe (vaccini), LSMA (produttori del settore life science), Access VetMed e AnimalhealthEurope (settore veterinario), una nota sui possibili rischi derivanti dall’attuale approccio seguito dalle istituzione europee alle valutazioni circa le restrizioni dell’utilizzo dei PFAS, i gas poli- e perfluorurati.
Più in particolare, le associazioni esprimono la loro preoccupazione circa la possibilità che l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) non conduca una valutazione individuale dell’impatto che tali restrizioni universali sull’uso dei PFAS potrebbe avere sul settore sanitario.
Otto settori aggiuntivi non valutati in modo individuale
Al centro del problema vi sarebbe, secondo le associazioni, il fatto che ECHA abbia indicato l’intenzione di valutare in modo non individualizzato altri otto settori, tra cui quelli delle “altre applicazioni mediche”, dei prodotti medicinali e delle loro produzioni, come parte delle attività preparatorie alla stesura dell’opinione finale del Comitato Risk Assessment (RAC) e del Comitato per l’analisi socio-economica (SEAC). Così facendo, vi sarebbe il rischio di non considerare nelle valutazioni evidenze critiche e dati specifici di settore che erano stati depositati nel corso delle consultazioni. Anche le misure di mitigazione delle emissioni non sarebbero state adeguatamente considerate dall’analisi in corso, scrivono le associazioni, ed ECHA non avrebbe ancora consultato l’Agenzia europea dei medicinali e le autorità nazionali.
Questa mancanza di valutazione separata del settore sanitario rispetto alle restrizioni sull’uso dei PFAS, sottolinea la nota, potrebbe portare a conseguenze non intenzionali per la salute pubblica e animale. La richiesta ad ECHA e alla Commissione europea è di dar vita con urgenza a una valutazione dedicate e basata sulle evidenze scientifiche delle “altre applicazioni mediche” che impattino sulla salute pubblica e animale alla luce delle restrizioni dei PFAS. Le associazioni sottolineano anche la necessità di una regolamentazione proporzionata e basata sulle evidenze, che protegga l’ambiente e la salute pubblica e animale senza interrompere l’accesso ai medicinali, sia per i pazienti umani che per gli animali.







