Drago-Mario NegriC’era una volta un drago che faceva la guardia a… no, non a un castello, ma al nostro genoma. Il gene, chiamato appunto Drago, è stato scoperto dai ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the National Cancer Institute.

Il gene Drago, spiegano gli esperti e riporta l’Ansa, è un inibitore di cellule tumorali: «La struttura e la sequenza sono simili nelle diverse specie animali, e questo fa pensare a un suo ruolo importante. Il gene coopera con p53, una proteina coinvolta nel ciclo cellulare e quindi nella loro proliferazione; e in animali geneticamente modificati in cui mancano sia p53 sia Drago si sviluppano tumori in un tempo molto più rapido rispetto agli animali privati della sola p53».

Come spiega Massimo Broggini, responsabile del Laboratorio di Farmacologia Molecolare del Mario Negri, «in diversi tumori la diminuzione dei livelli di Drago è direttamente correlata all’aggressività del tumore, a conferma del suo potenziale ruolo come onco-soppressore. I risultati ottenuti – conclude l’esperto – aggiungono un importante tassello alle funzioni antitumorali di p53 e, vista la regolazione molto stretta dei livelli di Drago, la prossima sfida è trovare strategie per ripristinarne la sua presenza in tumori dove è venuta meno la sua funzione di contrasto della crescita tumorale».