AM Instruments Srl, realtà di riferimento nel controllo della contaminazione per il settore Life Sciences, ha organizzato lo scorso 17 luglio il suo consueto Annual Stakeholder Meeting, ospitato presso l’headquarter di Limbiate (MB). L’evento, che ha visto come protagonisti i temi legati all’innovazione tecnologica e alla responsabilità sociale, ha riunito clienti, fornitori, collaboratori e rappresentanti delle principali associazioni di settore, offrendo un momento di confronto trasversale sui temi chiave che guidano l’evoluzione dell’azienda e, più in generale, l’intero comparto farmaceutico.

La giornata è stata introdotta dal CEO Roberto Fossati, che ha voluto ribadire come, anche in un contesto come quello attuale dominato dall’instabilità, sia possibile determinare il futuro dell’azienda e delle sue persone attraverso scelte concrete e investimenti strategici. «In questi 35 anni – ha affermato – AM ha imparato a non subire il cambiamento, ma a interpretarlo. I problemi globali non possono essere ignorati, ma ogni crisi porta con sé opportunità da cogliere e governare. È questo che facciamo ogni giorno: trasformare l’incertezza in azione, attraverso un impegno strategico costante».

Roberto Fossati, CEO AM Instruments

Parola ai numeri

Cuore dell’evento, la presentazione del Report Integrato 2024, che rappresenta la sintesi di un anno di evoluzione strategica e testimonia l’impegno di AM Instruments nel coniugare eccellenza tecnica e responsabilità d’impresa (ESG), offrendo al mercato soluzioni avanzate nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e sociale. I dati, esposti da Carmine Tripodi (MC Crescendo) e Davide Allevi (AM), mostrano un volume d’affari in crescita dell’8% rispetto al 2023, con un fatturato di 44,8 milioni di euro, segnando una crescita complessiva di quasi 14,5 milioni di euro negli ultimi cinque anni. L’espansione della camera bianca di Limbiate, insieme alla crescita dell’organico, ha potenziato la capacità produttiva dell’azienda, sostenendo lo sviluppo e preparando l’organizzazione ad affrontare le sfide future. Il tutto mantenendo un EBITDA stabile al 13%. Un percorso orientato alla creazione di valore duraturo, guidato dalla consapevolezza che un approccio responsabile al fare impresa rappresenta la leva per un successo realmente sostenibile nel tempo.

La strategia di sostenibilità di AM Instruments è stata spiegata nel dettaglio da Edoardo Mollona (Università di Bologna). Questa si articola su tre assi fondamentali:

  • environment: l’azienda mira a ridurre l’impatto delle proprie attività attraverso il monitoraggio delle emissioni, il contenimento dei consumi energetici non rinnovabili e una gestione più efficiente delle risorse.
  • social: l’attenzione è rivolta allo sviluppo delle competenze, alla parità di genere e al benessere delle persone, con l’obiettivo di promuovere una cultura aziendale inclusiva e orientata alla crescita individuale.
  • governance: AM Instruments punta a consolidare un modello gestionale etico, trasparente e sicuro, rafforzando al tempo stesso la fiducia degli stakeholder e la protezione dei dati.
A conclusione della giornata, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare le aree produttive, con un focus particolare sull’ampliamento della nuova cleanroom Pharmaclean®

Verso un futuro sempre più tecnologico e inclusivo

L’evento ha visto il susseguirsi di interventi di forte impatto che hanno coinvolto una platea di oltre 50 persone oltre a coloro che hanno seguito in remoto. Sul fronte delle imprese italiane, Stefano Valvason (presidente API – Associazione Piccome Medie Industrie) ha offerto una panoramica sullo stato della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale nelle PMI, sottolineando le sfide (non poche e legate in primis alla necessità di diffondere la cultura della digitalizzazione in un settore che spesso si dimostra resistente al cambiamento) e le opportunità per l’industria manifatturiera. Un tema ripreso anche da Carla Saruis (Intesa Sanpaolo), che ha evidenziato da un lato gli sforzi ancora da fare nel nostro Paese per raggiungere gli standard europei nell’impiego di queste tecnologie (ad esempio, in Italia solo l’8,2% dell’aziende usa l’AI o la percentuale tra laureati e specialisti IT è tra le più basse nell’UE), ma dall’altra ha evidenziato il valore strategico della tecnologia e delle competenze per aumentare la produttività in ottica di innovazione sostenibile.

Un cambio di prospettiva è stato introdotto da Marco Orsi (AM), con una riflessione dal titolo provocatorio: “Il futuro non è neutro”. L’intervento ha messo al centro la necessità di compiere scelte consapevoli e inclusive, in quanto il futuro è il risultato delle nostre responsabilità presenti, così da orientare l’evoluzione aziendale e sociale verso equilibri più equi. Un momento particolarmente significativo è stato l’annuncio dell’ottenimento della certificazione della parità di genere: un traguardo che segna una tappa fondamentale nel percorso di AM verso un ambiente di lavoro sempre più equo e inclusivo. A questa visione si è collegata Laura Vitelli (Fondazione Libellula), che ha raccontato il valore del lavoro congiunto tra organizzazioni per “capire, agire, cambiare” nella direzione di una cultura che combatta la discriminazione di genere e che sia rispettosa delle differenze. Obiettivo raggiunto anche grazie attività di formazione rivolte alle donne e percorsi di empowerment femminile, come il caso dell’iniziativa “leader-she” che ha visto protagoniste AM e Fondazione Libellula.

In tema di leadership, Cristina Masciola (AM) ha proposto una lettura profonda del ruolo manageriale contemporaneo, richiamando concetti chiave come autoriflessione, coraggio e generosità: elementi imprescindibili per una guida autentica. La prima parte della giornata si è chiusa con l’intervento di Sara Costa, presidente Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma (il tumore solido extracranico più diffuso in età prescolare), che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra impresa e ricerca scientifica, specialmente nel caso di questa tipologia di malattie in cui la ricerca procede a piccoli passi, non sortendo spesso l’interesse delle grandi aziende del farmaco. Un patto di responsabilità condivisa che può accelerare la via verso una medicina sempre più di precisione.

Anche la Redazione di NCF ha avuto modo di immergersi in prima persona nella realtà aumentata grazie ad appositi visori

Reinventare l’industria

Stefano Mizio (Politecnico di Milano) ha esplorato l’incontro tra intelligenza artificiale e innovazione, evidenziando scenari e applicazioni nei contesti produttivi ad alta complessità. In uno scenario, come quello attuale, caratterizzato da un aumento esponenziale dei costi di R&D, l’AI può rappresentare l’arma per invertire questo trend e favorire la nascita di nuove startup. A seguire, Agnese Tempestini e Tommaso Cassano (AM) hanno raccontato il progetto Digit Halley, lanciato nel 2024 da AM e che vede protagonisti un gruppo di ragazzi sotto i trent’anni dedicati ad accelerare il cambiamento tecnologico in azienda. Il tema dell’AI applicata alla comunicazione è stato affrontato da Emanuele Airoldi (Magnetic Media) e Mattia Fossati (AM), con un focus sull’uso del Spatial Computing per raccontare l’innovazione in modo esperienziale e immersivo.

Sul versante delle alleanze per la sostenibilità, Lisa Stasi (Ecolab) ha condiviso buone pratiche e modelli di partnership industriale orientata a un futuro più responsabile. Francesca Piraino e Fabio Mazza (Thermo Fisher) hanno poi aperto uno sguardo sulle nuove frontiere della sostenibilità e della mobilità, due ambiti sempre più intrecciati anche nel settore Life Sciences. La chiusura è stata affidata a Marco Bugliani (AM), che ha illustrato le scelte alla base dell’importante percorso di rebranding affrontato dall’azienda nell’ultimo anno, che ha visto la nascita di un nuovo logo ispirato dal concetto “Invisible challenge, visible solution” e del nuovo pay-off: “We are AM, we go beyond the invisible”.

A conclusione della giornata, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare le aree produttive, con un focus particolare sull’ampliamento della nuova cleanroom Pharmaclean®, che ha portato a 1.000 m² la superficie complessiva dedicata alla produzione in ambiente controllato. L’esperienza si è arricchita ulteriormente grazie a un’immersione nella realtà aumentata resa possibile attraverso l’impiego dello Spatial Computing.