L’atmosfera di instabilità e incertezza che ha caratterizzato gli ultimi tre anni ha avuto un forte impatto sullo stato di salute mentale della popolazione, sia in Italia che in Europa, indica  il rapporto Headway – Mental Health Index 2.0. Realizzato da The European House – Ambrosetti in partnership con Angelini Pharma, il documento è stato recentemente presentato alla Camera dei Deputati, in una conferenza stampa promossa dall’Onorevole Rachele Scarpa (Intergruppo parlamentare per la Tutela e la promozione della salute mentale).

Il Rapporto ha preso in considerazione i diversi fattori alla base dello stato di salute mentale dei cittadini nei 27 Paesi dell’Unione Europea e nel Regno Unito, che sono stati analizzati utilizzando 55 diversi KPI relativi ai determinanti ambientali, allo stato di salute della popolazione e alla capacità di risposta del sistema ai bisogni di salute mentale.

I dati principali del rapporto 

Il rapporto Headway sulla salute mentale conferma che gli adolescenti sono la fascia di popolazione che ha più risentito degli eventi degli ultimi tre anni sono gli adolescenti: i dati raccolti indicano, infatti, che almeno il 50% dei disturbi di salute mentale esordisce prima dei 15 anni d’età e si manifesta prima dei 18 anni nell’80% dei casi. Secondo il rapporto, inoltre, l’insorgenza di condizioni come la depressione o l’ansia sarebbe collegabile a una diminuzione del rendimento scolastico, sino a sfociare in molti casi nell’abbandono degli studi. La media relativa all’intera UE indica che gli studenti che manifestano un disagio mentale hanno il 24% di probabilità in più di ripetere un esame. I disturbi più frequenti per questa fascia d’età sono risultati essere ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%).

L’indagine ha anche indagato la capacità dei paesi europei di rispondere alle esigenze delle persone con disturbi mentali, in particolare nelle scuole e nei luoghi di lavoro. I dati indicano che i problemi di salute mentale colpiscono circa il 20% della popolazione in età lavorativa; il tasso di occupazione delle persone affette da disturbi mentali gravi è risultato essere inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelle che non ne soffrono, con ripercussioni anche sulle retribuzioni medie.

Il tasso di criminalità è un KPI che ha mostrato una grande variabilità tra i diversi paesi coinvolti nell’indagine; gli effetti degli atti di violenza – indipendentemente dal fatto che sia vissuta in prima persona o meno – sono risultati essere correlati a un impatto negativo soprattutto sull’aumento dei casi di depressione. 

I disturbi mentali e comportamentali e i suicidi sono risultati contribuire per il 4,8% sul totale dei decessi in Europa. Il rapporto indica che le morti causate da disordini mentali e comportamentali nel 2020 sono state più di 250 mila, di cui 52 mila dovute a suicidio. Grecia, Cipro, Malta e Italia sono i paesi con il tasso più basso di morti per queste cause.

Il paese maggiormente resiliente si è rivelato essere la Finlandia, mentre l’Italia è risultata tra le nazioni più esposte a questo tipo di disturbi, sulla base della crisi economica post-pandemia, delle ricadute della guerra in Ucraina, dei flussi migratori e del rischio di recessione economica.

L’urbanizzazione, con la conseguente minore presenza di spazi verdi che aiutano ad alleviare stress ed ansia, è risultata essere associata a una crescente incidenza di disturbi mentali (l’Italia si trova al 21° posto della classifica su 28 paesi). A ciò si aggiungono gli effetti sfavorevoli del vivere in contesti sovraffollati, che possono favorire la comparsa di disagio psicologico e depressione.

Le risposte a livello europeo

Il quadro delle risposte messe in atto da parte dei vari paesi europei per controbattere questa situazione è ancora molto frammentato, ma il rapporto segnala un significativo aumento delle strutture ambulatoriali dedicate, passate da 3,9 a 9,1 per 1.000 abitanti a livello UE.

I vari governi e la Commissione europea hanno messo in campo diverse iniziative a sostegno della salute mentale dei cittadini europei. In Italia, ad esempio, nel luglio 2022 il Governo ha varato il bonus psicologo per aiutare le persone che hanno subìto gli effetti della pandemia ad accedere ai servizi di salute mentale. I paesi europei che hanno già attuato programmi di prevenzione e promozione della salute mentale legati al lavoro, inoltre, sono circa il 45% sul totale, mentre il 68% ha attuato una strategia o un programma nazionale incentrato sulla promozione e la prevenzione della salute mentale per bambini e adolescenti.

Lo scorso 7 giugno, infine, 2023, la Commissione europea ha pubblicato la Strategia europea per la salute mentale, che mira a fornire una risposta coordinata e mirata alla crisi. La strategia si basa su un approccio multisettoriale e si compone di venti iniziative specifiche, con 1,23 miliardi di euro di dotazione finanziaria provenienti dai fondi di coesione e da Horizon Europe.

In Italia, a marzo 2023 si è insediato il nuovo Tavolo tecnico per la salute mentale presso il Ministero della Salute, che avrà il compito di elaborare una serie di linee guida per il miglioramento dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione. È inoltre in fase di discussione un disegno di legge per istituire la figura dello psicologo scolastico.