L’industria farmaceutica è in un periodo di grandi cambiamenti. Le tecnologie emergenti, come AI, IoT e le piattaforme digitali, stanno plasmando ogni fase della filiera farmaceutica, dall’R&D alla produzione, dalla distribuzione alla gestione delle relazioni con i pazienti. Con queste innovazioni, ci troviamo di fronte a un futuro che sembra già adesso, un mondo in cui macchine sempre più intelligenti e autonome promettono di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la personalizzazione delle terapie. Tuttavia, non dobbiamo mai perdere di vista un aspetto fondamentale: l’essere umano. Il convegno NCF, in programma il prossimo 3 dicembre a Milano, esplorerà proprio questo delicato equilibrio tra l’avanzamento tecnologico e la centralità dell’intelligenza e della responsabilità umana. “Pharma ex machina: il mondo della salute tra umano e artificiale” è il tema centrale di questa edizione, che si propone di analizzare come la tecnologia possa potenziare il settore, senza mai sostituire il ruolo insostituibile dell’Uomo.

Un aiuto, non un sostituto

L’introduzione delle tecnologie emergenti nell’industria farmaceutica promette di portare con sé miglioramenti significativi in termini di efficienza e precisione. I sistemi basati su AI, per esempio, sono in grado di analizzare enormi volumi di dati, identificare pattern complessi e ottimizzare le operazioni in tempi rapidi. Tuttavia, Alberto Bartolini, direttore scientifico di NCF, ha sottolineato che le parole “intelligenza” e “artificiale” sono un “ossimoro”. L’intelligenza, per sua definizione, è una qualità esclusivamente umana. L’AI, pur essendo in grado di gestire sistemi informativi complessi e di eseguire operazioni in maniera altamente efficiente, non possiede propriamente (e giuridicamente) creatività. Gli algoritmi alla base, infatti, sono progettati da esseri umani, i quali sono gli unici capaci di “insegnare” alle macchine come operare e come imparare strada facendo. Bartolini ricorda come l’AI, lungi dall’essere un sostituto, dovrebbe essere vista come un alleato che aiuta l’essere umano a migliorare le proprie prestazioni.

Implicazioni morali

Nel contesto della farmaceutica, l’adozione dell’AI e di altre tecnologie digitali non riguarda solo l’automazione dei processi produttivi. La loro applicazione è trasversale e interessa ogni area del settore: dalla ricerca dei farmaci alla diagnosi, dalla personalizzazione delle terapie alla gestione delle informazioni cliniche. Le macchine, infatti, sono in grado di raccogliere e analizzare dati con una velocità e una precisione che sono impossibili da raggiungere per l’uomo. Non possiamo ignorare il fatto che le scelte relative all’uso di tecnologie avanzate nell’ambito della salute abbiano delle implicazioni morali e sociali. La loro introduzione, ad esempio, pone interrogativi sul controllo dei dati, sulla privacy dei pazienti e sull’accesso alle tecnologie. In questo scenario, la responsabilità di garantire che l’uso di queste innovazioni avvenga nel rispetto della dignità umana e dei principi etici ricade inevitabilmente sugli operatori del settore. La tecnologia può essere un potente strumento per migliorare l’assistenza sanitaria, ma non può mai diventare fine a sé stessa.