Trasformare i prodotti della ricerca in innovazione, accrescere la capacità manifatturiera e industriale nazionale ed europea, supportare le start-up e le piccole e medie imprese sono gli obiettivi prioritari del programma quadro Horizon 2020. Obiettivi realizzabili attraverso gli importanti finanziamenti messi in campo dall’Unione Europea e le Key Enabling Technolgies (KET), tra cui le nanotecnologie. Ai finanziamenti di Horizon 2020 (per 70,2 milioni di euro) si aggiungeranno i fondi strutturali (per 322 milioni) dei paesi membri e delle regioni specializzate: smart specialization.
In occasione di NanotechItaly 2013, in svolgimento in questi giorni a Venezia, Christos Tokamanis, DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, a capo dell’Unità Nanotecnologie e Nanoscienze, ha commentato: «Rispetto ai precedenti programmi quadro europei, Horizon 2020 è nuovo sotto vari aspetti: innanzitutto, il programma dà soluzioni a problemi reali della società, dalla salute ai cambiamenti climatici. In secondo luogo, collega scienza, tecnologia e innovazione e impatto sociale, attraverso una struttura strategica con priorità chiare. In terzo luogo, supporta temi etici e sociali per coinvolgere la società nel dibattito sul tema dell’innovazione. Il sostegno è diretto anche verso le PMI, soprattutto in ambito manifatturiero, sia in termini di tecnologia che di aiuti finanziari. Infine, il programma ha semplificato le modalità di finanziamento, rispetto ai programmi precedenti».
«Le KET – prosegue Tokamanis – sono lo strumento che riporterà la produzione all’interno dei confine dell’UE, perché aiuteranno le imprese, soprattutto quelle medio-piccole, a attraversare più rapidamente la cosiddetta “valley of death”, traghettando la ricerca verso il successo commerciale. L’Europa ha brevetti e conoscenze scientifiche: questo porterà immancabilmente al successo di mercato».