L’Università Roma Tre ha accolto la presentazione dello Studio preclinico tutto italiano per la cura dell’infarto attraverso l’impiego di cellule staminali cardiache differenziate con il differenziatore magnetico brevettato da Cnr e Ispesl. Scopo dello studio è valutare l’utilizzo di campi elettromagnetici deboli nella differenziazione di cellule staminali cardiache, una tecnologia sicura e a bassissimo costo, che potrebbe portare svolte significative nella cura delle malattie cardiocircolatorie e cronico-degenerative come Alzheimer, Parkinson e autismo.
Il lavoro vuole dimostrare come cellule staminali del miocardio prelevate in condizioni adeguate e sottoposte poi a un trattamento con un particolare tipo di campo elettromagnetico, grazie a una tecnologia brevettata dai ricercatori italiani, possano essere reinoculate in pazienti colpiti da infarto e consentire una rigenerazione dei tessuti e dunque una guarigione senza il rischio di rigetto o altri effetti collaterali. Lo ha spiegato, tra gli altri, Luc Montagnier, premio Nobel nel 2008, che – come si legge nel comunicato stampa diramato dal Salvator Mundi International Hospital di Roma, che supporta la realizzazione di un progetto Ispesl-Cnr – è tra i promotori del progetto. «Le onde elettromagnetiche a bassa intensità possono contribuire a risolvere e a prevenire numerose malattie perché permettono la diagnosi precoce da agenti infettivi che hanno un ruolo nelle patologie croniche come l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo, la sclerosi multipla. È uno spazio di ricerca nuovo, ma percorribile in tempi brevi. La differenziazione delle cellule attraverso una debole stimolazione elettromagnetica apre nuove possibilità alla medicina rigenerativa. Io amo spiegare l’impatto di questa nuova frontiera con quattro P: Prevenzione, Predizione, Personalizzazione, Partecipazione».
Il progetto, restato in stan-by per tre anni e ora sbloccato da alcuni parlamentari, ha previsto lo stanziamento da parte del Ministero della Salute di 1.102.000 euro e prevede anche una cordata di partner privati e istituzioni pubbliche che sosterranno le prossime fasi della ricerca. Al progetto collaboreranno: INAIL, CNR IGM e IFT, Istituto Superiore di Sanità, Articolo 32, ENEA Frascati, Università degli studi della Tuscia Viterbo, Università Roma Tre, Università La Sapienza, Unesco FMRPSIDA di Fribourg (Luc Montagnier), SMIH Salvator Mundi International Hospital, Istituto Ramazzini Bologna, CNR Area di Bologna e di Roma. Il principal investigator del progetto è Livio Giuliani, Inail-Ispesl, mentre la curatrice della fase biologica è Antonella Lisi del Cnr.