Un recentissimo Rapporto di IMS–Institute for Healthcare Informatics, intitolato “Global use of medicines: outlook to 2017”, ci mostra le previsioni sul fatturato farmaceutico mondiale (farmaci da prescrizione) nei prossimi cinque anni. I dati non tengono conto di eventuali sconti straordinari praticati dai produttori per ragioni di mercato e valutati 125-135 bilioni (i miliardi della vecchia Europa) di dollari


Giuliano Zirulia

Dice il Rapporto IMS che avremo un aumento totale del fatturato del pacchetto in esame pari a 205-235 bilioni di dollari, simile perciò ai 234 bilioni degli ultimi cinque anni. Comunque un po’ inferiore.
C’è in generale un maggiore accesso alle medicine da parte della classe media mondiale in rapida espansione, e le maggiori prospettive di crescita economica sono previste nei Paesi più sviluppati, anche se si deve tener conto delle misure di austerità adottate da parecchi governi per la crisi mondiale.
Il valore totale dovrebbe passare il limite del trilione (1000 bilioni) di dollari nel 2014 per arrivare nel 2017 a 1,17 trilioni. Nel 2007 eravamo a 731 bilioni, nel 2012 a 965.
Gli USA riprendono nel 2014 la crescita, dopo due anni di contrazione, perché è aumentato l’accesso alla cura della salute e diminuito il numero di brevetti estinti, normalmente sostituiti da farmaci generici a più basso prezzo.
Le cifre di spettacolare crescita della Cina rimangono robuste ma vengono ridimensionate dopo che si è accertato il rallentamento delle prospettive di incremento del Gross Domestic Product (GDP) locale. Gli indicatori macroeconomici cinesi son deboli, si stanno prendendo misure di contenimento.

Abbiamo toccato il minimo?

In tutto il mondo si è comunque convinti che si sia toccato il minimo di spesa nel 2013. Poi si comincia a risalire.
Andando per aree terapeutiche, vengono indicate come preminenti, nel mondo sviluppato, l’oncologia (74-84 bilioni nel 2017), il diabete (34-39), gli anti TNF, il Tumor Necrosis Factor che è collegato ad artrite reumatoide, spondilite anchilosante, morbo di Crohn ed altri disturbi autoimmuni (32-37 bilioni).

Parliamo dei Pharmerging

Nei Paesi dove sta emergendo la farmaceutica, ormai chiamati “Pharmerging”, le classi terapeutiche dominanti saranno invece completamente diverse: ad esempio quelle degli antidolorifici (22-25 bilioni) e altri farmaci per Sistema Nervoso Centrale (20-23 bilioni).
Con riferimento geografico, si dice che i mercati sviluppati cresceranno meno nei prossimi 5 anni di quanto non abbiano fatto nel precedente lustro. Dipende dallo scadere dei brevetti, dalla crisi economica, dalla natura specialistica di molte nuove medicine. Per l’Europa gioca anche una certa cautela verso l’innovazione (una situazione opposta a quella del Giappone).
Gli USA copriranno nel 2017 il 31% del fatturato mondiale provenendo dall’attuale 34%. L’Europa dei cinque maggiori mercati (Germania, UK, Francia, Italia, Spagna) passa da 15% a 13, il Giappone da 12 a 9%.
In rilevante salita, anche se un po’ contenuta, la previsione per la Cina: dall’attuale 8% al 15%. Un passo avanti lo fa anche il “Resto del mondo” passando da 31 a 33%.
Negli USA diminuiscono i farmaci brevettati, aumentano i generici a basso costo. Le riforme delle assicurazioni sulla salute faranno però crescere nel 2014 il mercato al dettaglio (farmacie) ed il settore delle cure primarie.
Per i 5 maggiori mercati europei si avrà un aumento dello 0-3% di spesa farmaceutica nei prossimi cinque anni. Era stato 2-4% nei precedenti.
Anche per il Giappone una salita del 2-5%, fatta in modo graduale. Qui i produttori fanno grandi sforzi per avere nuovi medicinali e nuove indicazioni che elevino i fatturati. La popolazione giapponese sta diminuendo, ma aumentano i pensionati e i vecchi. Nello scorso aprile i produttori hanno tracciato un piano per arrivare, nel 2018, a quote di generici come quelle di Spagna e Francia.
In Cina abbiamo visto la scivolata del GDP perché è un po’ diminuita la fiducia negli affari e con essa gli investimenti. Comunque si mira al 14-17% quinquennale.
Lo sforzo in corso per la diffusione e l’impiego della lista dei farmaci essenziali ed una recente inchiesta su costi e prezzi potrebbero condurre verso un mercato più povero di farmaci con marchio originale, ovviamente fuori brevetto.
L’aumento dei volumi può arrivare, in Cina, anche dalla campagna in corso per aumentare i servizi ai medici, estendere le assicurazioni alle malattie critiche, aumentare l’utilizzo di ospedali privati. Può ampliarsi anche la lista dei farmaci rimborsati.

La presenza dei generici

I farmaci generici passeranno da 16 a 23% nei mercati del mondo che chiamiamo sviluppati. Già dominano i mercati Pharmergent, ma dall’attuale 58% del venduto potrebbero anche qui salire al 63%. Nel Resto del mondo si prevede una crescita da 27 a 31% e così avremo una media ponderata generale , valida per il pianeta, che parte da 27% e arriva a 36.

Nuovi principi attivi

Di nuove entità terapeutiche ne vedremo lanciare in media 35 all’anno per cinque anni, come nel decennio Duemila. Ma avremo più farmaci specializzati, farmaci orfani, produzioni sovente mirate a minori popolazioni di pazienti.

I farmaci biologici attraggono chi li produce

Crescono i farmaci biologici: nel 2002, con 46 bilioni di spesa nel mondo, rappresentavano l’11% del totale. Sono diventati il 15% nel 2006, il 18% nel 2012, ci si aspetta per il 2017 una spesa mondiale di 221 bilioni, che saranno il 19-20% della spesa per tutti i medicinali da prescrizione.
Le maggiori crescite nei biologici le forniscono gli anticorpi monoclonali (MAB) e l’insulina umana. L’anno scorso 4 su 5 dei maggiori farmaci biologici erano MAB.
La battaglia per lo sviluppo sia di farmaci biologici originali sia di biosimilari sarà sempre più concorrenziale, con molti protagonisti in campo, piccole e grandi aziende attratte dalla ricchezza del mercato.
I farmaci biologici sono abbastanza cari e in alcuni mercati i governi, mirando al risparmio, hanno ben definito dei percorsi per l’approvazione dei biosimilari, cioè di copie di marchi originali e innovativi approvate come possibili sostituzioni, dopo aver rigorosamente percorso il loro particolare iter regolatorio.
Qui viene segnalato un allarme: ci sono Paesi dove le leggi di protezione della proprietà intellettuale sono meno rigorose e dove si verifica un aumento del numero di copie di prodotti non approvati secondo un ben preciso percorso, e fra l’altro non sottoposti a stretti controlli di comparabilità e bioequivalenza.