Si fa sempre più ricco il compendio di dati quantitativi e qualitativi relativi al consumo e alla spesa farmaceutica, all’epidemiologia, all’appropriatezza prescrittiva, all’aderenza alle terapie farmacologiche fornito dal Rapporto OsMed 2013 dell’Agenzia Italiana del Farmaco sull’uso dei farmaci in Italia.
Dai dati più rilevanti, emerge l’aumento del +2,3% rispetto al 2012 della spesa farmaceutica totale pubblica e privata, pari a 26,1 miliardi di euro, di cui il 75,4% rimborsato dal SSN. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 436 euro.
Tra le categorie più prescritte, i medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi (525 DDD ogni 1.000 abitanti die) e per spesa (4.194 milioni di euro, 70,3 euro pro capite) seguiti dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo sia per consumi (251 DDD ogni 1.000 abitanti die) sia per spesa farmaceutica complessiva (3.601 milioni di euro). Al terzo posto per consumi i farmaci del sangue ed organi emopoietici (249 DDD ogni 1.000 abitanti die), seguiti dai farmaci del Sistema Nervoso Centrale (164 DDD ogni 1.000 abitanti die) categoria questa, dove con 28 dosi al giorno ogni mille abitanti, gli antidepressivi si collocano al primo posto, e infine dai farmaci dell’apparato respiratorio (97 DDD ogni 1.000 abitanti die).
«Alcuni recenti studi internazionali – ha commentato il direttore generale di Aifa, Luca Pani – indicano che nel 2030 la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute. E inevitabilmente gli antidepressivi rappresentano ad oggi una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica».
Allarme self-harm in termini di aderenza alle terapie, per le quali, anche se i consumi aumentano soprattutto fra le donne, in particolare tra 15 e 64 anni, con l’8% in più degli uomini, dai dati Asl emergono bassi livelli di aderenza, principalmente per i farmaci per le vie respiratorie, antidepressivi e cardiovascolari.
Da notare ancora: elevati livelli di inappropriatezza nell’uso dei farmaci antibiotici, che supera il 20% in tutte le condizioni cliniche con particolare impatto per la laringotracheite (49,3%) e la cistite non complicata (36,3%).
Aumento inoltre, sia della spesa sia dei consumi dei farmaci a brevetto scaduto rispetto al 2012 con una prescrizione che ha rappresentato nel 2013 il 64,3% delle dosi e il 41,5% della spesa netta (con un incremento del +3,8% rispetto al 2012), di cui il 14,9% è costituito dai farmaci equivalenti (farmaci a base di principi attivi con brevetto scaduto, ad esclusione di quelli che hanno goduto della copertura brevettuale), in crescita rispetto al 2012 (in cui rappresentava il 13,4%). L’Italia è al terzo posto in Europa in termini di spesa per farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale.
In ultimo, ma non per importanza, la Farmacovigilanza finalmente “esce dal mondo di Cenerentola” per usare le parole del direttore Pani. Decollano, infatti, le segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci: durante il 2013 sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) 40.957 segnalazioni di sospette reazioni avverse da farmaci. Il numero è in crescita: nel 2001 le segnalazioni inserite nella Rete erano 131 per milione di abitanti e nel 2013 rispetto al 2012 è stato registrato un incremento del +41%. Oltre la metà delle segnalazioni è pervenuto da medici ospedalieri (52%), seguono quelle di farmacisti (16%) e specialisti (9%). Ancora basse le segnalazioni dai medici di medicina generale (7%), mentre è stato registrato un notevole incremento delle segnalazioni provenienti dalle aziende farmaceutiche (+729%) e dai pazienti (+268%).
Maria Elisabetta Calabrese