Festeggia quest’anno il suo decennale Faschim, il Fondo di Assistenza sanitaria per i lavoratori dell’industria chimica, chimico-farmaceutica e affini (fibre chimiche, lubrificanti, settori abrasivi ecc.), nato da un accordo tra Federchimica, Farmindustria e le organizzazioni sindacali del settore.

FASCHIM

L’adesione al Fondo è volontaria e prevede, per il dipendente, una quota associativa mensile di 3 euro (cui va ad aggiungersi l’integrazione di 21 euro da parte dell’azienda). La quota cambia se si iscrivono anche i familiari raggiungendo i 24 o 30 euro mensili a seconda del numero di componenti la famiglia. A fronte di questo contributo, Faschim offre diversi servizi: garantisce il rimborso del 100% di tutti i ticket pagati, senza limiti di numero o massimale di spesa; prevede diarie per ricoveri ospedalieri effettuati tramite il Sistema Sanitario Nazionale; copre una percentuale delle spese odontoiatriche (fino ad un massimo stabilito) e delle visite specialistiche. Sono inoltre previste forme di assistenza in caso di non autosufficienza e la copertura di tutte le spese sostenute se si verificano gravi malattie, fino al raggiungimento di un tetto prefissato. Per gli associati viene anche messa a disposizione una rete di strutture sanitarie convenzionate dove è possibile ottenere cure a prezzi regolamentati e senza la necessità di svolgere procedure amministrative. Attualmente Faschim associa 2000 imprese e conta oltre 160.000 iscritti di cui circa 100.000 dipendenti (la restante parte è rappresentata dai familiari). Nell’ultimo anno, il Fondo ha gestito oltre 300.000 richieste di rimborso equivalenti a circa 27 milioni di euro, di cui oltre il 40% è costituita da spese per prestazioni private, il 30% da ticket e il 20% da cure odontoiatriche.

In occasione del decennale di Faschim e del convegno tenutosi il 16 settembre scorso presso la sede milanese di Assolombarda per celebrare l’evento, abbiamo pubblicato sul numero di novembre di NCF un ampio articolo, con interviste al presidente di Faschim, Silvano Veronese, e al presidente di Farmindustria, Massimo Saccacabarozzi.