Mentre le cronache parlano di un piccolo rallentamento della diffusione della malattia da virus Ebola nei paesi dell’Africa occidentale – dove ormai si registrano oltre 14 mila casi e più di 5200 morti – sta proseguendo l’attività di sviluppo di nuovi farmaci e vaccini per l’infezione. Uno di questi, il vaccino ora di proprietà di GSK, è nato nei laboratori di ricerca di Okairos, azienda biotech insediata presso l’IRBM Science Park di Pomezia e guidata da Riccardo Cortese.

Alfredo Nicosia
Alfredo Nicosia

La tecnologia alla base dello sviluppo del nuovo vaccino – tecnologia che i ricercatori italiani stanno studiando non solo per Ebola ma anche per prevenire altre malattie infettive anche rare o neglette come HIV, epatite C, malaria, tubercolosi, virus respiratorio sincinziale – è così promettente che Okairos lo scorso anno è stata interamente acquisita dalla multinazionale inglese GSK, di cui oggi costituisce una divisione indipendente. Alfredo Nicosia, chief scientific officer di Okairos, racconta la nascita della società e le basi scientifiche che hanno portato al successo della tecnologia italiana nella messa a punto del vaccino per Ebola.

Il vaccino di GSK, così come altri prodotti in sviluppo, sono attualmente sottoposti a studi di fase I in un numero ristretto di centri appositamente autorizzati a tal fine dalle autorità regolatorie statunitensi ed europee. Le aziende coinvolte stanno anche iniziando a pianificare l’inizio della fase II su pazienti Ebola direttamente nei paesi africani interessati. Alcuni prodotti, come anche il siero di pazienti guariti, sono stati somministrati come profilassi post-esposizione – in regime di Emergency Investigational New Drug application autorizzata da FDA – ai diversi casi di personale occidentale contagiato dal virus e rientrato nei paesi natali. L’inchiesta fa anche il punto sui diversi prodotti in sviluppo per combattere l’epidemia di Ebola.

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