Una ricerca sulle quantità di farmaci e di metaboliti che vengono eliminati dall’organismo e riversati nell’ambiente attraverso le acque di scarico è valsa il premio “Recipharm International Environmental Award” a Ettore Zuccato, capo del laboratorio di tossicologia della nutrizione dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
Il riconoscimento è stato istituito nel 2008 per premiare le migliori performance aziendali e le innovazioni più promettenti nel campo della sostenibilità ambientale per il settore farmaceutico. Quest’anno, per la prima volta, il premio è stato consegnato a una ricerca italiana, con una cerimonia che si è svolta ieri presso la sede dell’istituto di ricerca.
«Gli studi del prof. Zuccato – ha spiegato ai nostri microfoni il CEO di Recipharm Italia Roberto Teruzzi – sono particolarmente interessanti perché coprono un duplice aspetto: oltre a occuparsi del controllo e della salvaguardia dell’ambiente, offrono uno strumento utile alle aziende del settore farmaceutico, sia per regolamentarsi e tutelare gli aspetti ambientali, sia per verificare la effettiva compliance dei farmaci che vengono prescritti e dispensati». Le ricerche del team di Zuccato, infatti, seguono due strade: da un lato l’analisi ambientale, che ha portato allo sviluppo di una metodologia per rilevare la presenza contemporanea di diverse sostanze anche appartenenti a differenti categorie farmacologiche; dall’altra, una sorta di “filone epidemiologico” come ci spiega lo stesso ricercatore: «noi esaminiamo le acque che arrivano ai depuratori e che costituiscono una sorta di specchio delle sostanze utilizzate nelle città. Analizzando le sostanze, siamo in grado di definire il quantitativo di farmaco o di droga che ha prodotto i residui e quindi stimarne il consumo reale». In questo modo è possibile raccogliere informazioni sulla compliance effettiva dei farmaci e sul consumo reale di droghe.
«Queste ricerche aprono un grandissimo settore di indagine – ha confermato Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri – perché permettono di stabilire la diffusione reale dei farmaci leciti, o qualche volta illeciti, che assumiamo. Queste sostanze, nell’ambiente, sommano i loro effetti e quindi dobbiamo pensare allo studio tossicologico di gruppi di sostanze» anziché dei singoli composti come avviene solitamente.