Pembrolizumab è il primo anticorpo anti-PD-1 a dimostrare un vantaggio nella sopravvivenza rispetto allo standard of care attualmente utilizzato per il melanoma avanzato non operabile.

melanoma
Pembrolizumab migliora la sopravvivenza nel melanoma avanzato

MSD ha annunciato che lo studio Keynote-006 sull’utilizzo di pembrolizumab, nei confronti di ipilimumab, come trattamento di prima linea in pazienti con melanoma avanzato, ha soddisfatto i due endpoint primari di sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale: pembrolizumab ha dimostrato una superiorità statisticamente e clinicamente significativa. Il profilo di sicurezza di pembrolizumab in questo studio conferma quanto già dimostrato nei precedenti studi sul melanoma avanzato.

Il trial clinico sarà concluso anticipatamente sulla base delle raccomandazioni ricevute dalla Data Monitoring Committee che sta seguendo questo studio.

Lo studio KEYNOTE-006

Si tratta di uno studio randomizzato, in aperto, di fase 3 che ha valutato il farmaco pembrolizumab in confronto a ipilimumab in pazienti con melanoma avanzato non operabile, di stadio III o IV, con non più di un precedente trattamento sistemico.

Lo studio ha incluso 834 pazienti che hanno ricevuto pembrolizumab 10 mg/kg ogni 3 settimane, pembrolizumab 10 mg/kg ogni 2 settimane, oppure 4 cicli di ipilimumab 3 mg/kg ogni 3 settimane.

I due endpoint primari erano la sopravvivenza libera da progressione (Progression-Free Survival – PFS) e la sopravvivenza globale (Overall Survival – OS); gli endpoint secondari valutavano il tasso di risposta globale (Overall Response Rate – ORR), la durata della risposta e la sicurezza del trattamento, con un’analisi esploratoria sulla qualità della vita. L’efficacia in termini di risposta è stata valutata alla settimana 12, e poi ogni 6 settimane successivamente per i criteri Recist 1.1, in maniera indipendente, centralizzata e in cieco.

Pembrolizumab

Pembrolizumab è un anticorpo anti-PD-1, già approvato dall’FDA per il trattamento di pazienti con melanoma non resecabile o metastatico, già trattati con ipilimumab o anche con un BRAF inibitore, se con la mutazione BRAF V600 positiva. Pembrolizumab è in fase avanzata di sperimentazione in diversi trials clinici per il trattamento, in monoterapia e in combinazione, di oltre 30 tipi di tumori differenti, tra cui il tumore della vescica, gastrico, della testa e del collo, il carcinoma polmonare non a piccole cellule, il carcinoma mammario triplo negativo e le neoplasie ematologiche. La terapia con pembrolizumab ha l’obiettivo di ripristinare la naturale capacità del sistema immunitario di riconoscere e colpire le cellule tumorali mediante il blocco selettivo del legame del recettore PD-1 con i suoi ligandi (PD-L1 e PD-L2). Da settembre 2014 il farmaco è disponibile per il commercio negli Stati Uniti; in Europa è stato avviato un ampio programma di “expanded access” (uso compassionevole) al quale stanno partecipando anche molti Centri italiani.

Articoli correlati

Approvato dalla FDA l’uso di pembrolizumab per il melanoma avanzato

Combinazione cobimetinib/vemurafenib per melanoma metastatico e BRAF V600 mutato

Soppressione del melanoma metastatico attraverso l’attivazione del recettore LXR