Stampare fratture ossee per una più accurata valutazione del quadro clinico, realizzare tutori traspiranti al posto del gesso, oppure ricostruire le ossa, fino ad arrivare, tra qualche anno, alla creazione di organi artificiali realizzati a partire da cellule vive. Il futuro della medicina passa attraverso la stampa 3D che ha aperto nuove frontiere in grado di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei pazienti. Di stampa 3D applicata al settore medico si è parlato nel corso del 1° Meeting Italiano di Stampa 3D nel medicale e in ortopedia e traumatologia, nell’ambito dell’evento 3DPrintHub a Milano.

Nel settore medicale, in particolare, con le nuove tecnologie di scansione e stampa 3D è possibile rendere completamente digitale e più accurata la produzione dei dispositivi medici su misura come ad esempio tutori anatomici e ortesi. I pazienti possono quindi personalizzare il prodotto nella sua estetica, nelle funzionalità e nelle prestazioni terapeutiche senza alcun costo aggiuntivo e con assoluta precisione. Nello stesso tempo, il miglioramento delle macchine TC permette un post-processing tridimensionale che sta rivoluzionando l’approccio diagnostico e chirurgico soprattutto nell’ambito ortopedico e traumatologico. «Grazie alla stampa 3D oggi abbiamo la possibilità di toccare con mano e vedere concretamente, dimensioni reali, una lesione o frattura, consentendo così una migliore valutazione del quadro clinico e un miglioramento del planning chirurgico» ha dichiarato Bruno Magnan, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia all’Università di Verona.

La rivoluzione della stampa 3D tocca anche la chirurgia addominale, facilitando il lavoro pre- e intra-operatorio negli interventi con chirurgia robotica o laparoscopica. Il modello stampato consente infatti una migliore comprensione dei rapporti anatomici tra le diverse strutture e al tempo stesso garantisce la possibilità di pianificare con cura gli accessi e gli spazi di manovra.

Tra le applicazioni della stampa 3D compare anche la chirurgia vascolare, nella quale i modelli 3D aprono nuovi scenari nella fase di pianificazione pre-operatoria con l’uso di modelli patient-specific capaci di riprodurre la patologia a carico dei vasi, in particolare dell’aorta, come aneurismi e dissezioni. «Grazie alla stampa 3D è possibile studiare in vitro la fluidodinamica cardiovascolare e l’applicazione di tali modelli consente di simulare casi clinici reali per fare ai pazienti soluzioni personalizzate» ha spiegato Ferdinando Auricchio, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura. Sono numerosi i modelli già utilizzati, dalla milza per espianto, al rene per donazione da vivente e al tumore del rene, della milza e del pancreas, all’aneurisma e al modello di osso temporale con dettaglio dell’orecchio interno, fion ai modeli vascolare rigidi trasparenti (aorta sana, aorta con aneurisma, dissezione aortica).