Un centro specializzato per la produzione di proteine ricombinanti per la ricerca sul cancro, collocato a Elettra Sincrotrone Trieste in Area Science Park e una rete transfrontaliera di esperti orientati allo sviluppo di metodi innovativi nella diagnosi e cura dei tumori sono il risultato di Proteo, progetto italo-sloveno che si è concluso nel campus di Basovizza con un incontro finale di presentazione.
Nell’area italo-slovena coperta dal progetto esistevano laboratori singoli e isolati, ma mancava una struttura integrata e attrezzata dedicata a questi temi e alla produzione di proteine ricombinanti adatte a svariate esigenze e ricerche. Proteo, finanziato da fondi europei per sviluppo regionale e da fondi del MIUR, è nato nel 2012 proprio per rispondere a questa necessità e ha coinvolto sia laboratori di ricerca di base e applicata, sia centri specializzati in biotecnologie e nanotecnologie: l’Elettra Sincrotrone Trieste e il CIB – Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie del sistema Area Science Park, il Centro d’eccellenza sloveno COBIK e le Università di Udine e di Nova Gorica.
Grazie alle numerose strutture e competenze interdisciplinari presenti (che spaziano dalla fisica alle nanoscienze, dalla biologia strutturale e cellulare alla biochimica e medicina), Proteo ha ampliato nel suo percorso le collaborazioni con altri gruppi di ricerca, dimostrando le grandi potenzialità di questa rete transfrontaliera, sia come polo attrattivo per il mondo scientifico, sia come centro di servizio per l’industria, sia come centro di formazione per personale altamente qualificato.
Questa rete di competenze integrate ha portato a risultati significativi nello studio dei meccanismi di funzionamento di proteine coinvolti nella segnaletica intracellulare e nella replicazione del DNA, ma anche nella produzione di anticorpi utili per l’identificazione di target farmacologici e di biomarcatori tumorali. Un filone di ricerca è stato orientato allo sviluppo di nanodispositivi non invasivi capaci di rintracciare simultaneamente la presenza di più tipi di biomarcatori (biomolecole rilasciate nel sangue dal tessuto tumorale) in un piccolo volume di sangue, in modo da aumentare l’efficienza e la sensibilità dell’analisi e, quindi, il suo valore prognostico.