Presenza di contaminanti tossici, mancanza di uniformità e corrispondenza degli ingredienti tra prodotti identificati con lo stesso nome. Sono questi i rischi che si celano dietro ad alcuni prodotti fitoterapici, tipici della medicina cinese, acquistati online da piattaforme non garantite.
A sollevare il problema sono due ricercatori giapponesi, Etsuko Furuya (Ochanomizu University, in Giappone) e Nobuaki Sato (Università di Tohoku, Sendai, Giappone) che hanno recentemente pubblicato il risultato di un’analisi della composizione chimica di 32 medicine cinesi, di cui 21 sono state acquistate online dal mercato giapponese o di Tokyo. Le restanti sono state acquistate direttamente da aziende farmaceutiche sempre giapponesi (leggi l’articolo originale “Quantitative and structural analyses of hazardous elements in Chinese medicines and herbs”).
Per la rilevazione e la definizione della concentrazione degli eventuali contaminanti nei medicinali sono state utilizzate due tecniche: l’analisi strumentale per attivazione neutronica (INAA) e la diffrazione dei raggi X (XRD). I risultati hanno permesso di evidenziare la presenza di Arsenico (As) e Mercurio (Hg) in tutti i campioni analizzati, anche se in concentrazioni non omogenee tra prodotti con lo stesso nome, ma diverso luogo di produzione. In generale la composizione dei farmaci acquistati online è risultata variabile sia nella tipologia che nelle concentrazioni degli ingredienti. Tra l’altro la maggior parte dei farmaci online non aveva il foglietto illustrativo nè la lista dei componenti.
Non è una novità
I risultati di questo studio non sono una novità; nell’arco degli ultimi 15 anni sono infatti comparse in letteratura diverse pubblicazioni che hanno documentato la presenza di Arsenico e Mercurio in concentrazioni relativamente elevate in prodotti fitoterapici e medicine cinesi. Proprio per questo, gli Autori chiedono che a livello internazionale vengano organizzati controlli più severi per l’importazione e messe in atto garanzie per conoscere la composizione dei diversi prodotti farmaceutici di provenienza asiatica.
In Italia normative stringenti garantiscono la filiera del farmaco
«Il problema dei contaminanti nei medicinali che arrivano dall’Asia è reale, ma in Italia le normative che regolamentano l’intera filiera del farmaco sono molto stringenti e consentono di garantire che anche un prodotto di importazione soddisfi i criteri di qualità necessari per tutelare il paziente – ha dichiarato Paolo Vintani, farmacista, vicepresidente Federfarma provincia di Milano. – Il problema, come emerge nello studio, è legato agli acquisti effettuati attraverso piattaforme di e-commerce non garantiti. Per questo è importante recuperare il concetto di filiera, all’interno della quale il farmacista riveste un ruolo importante per garantire la sicurezza e l’efficacia dei prodotti farmaceutico».