Il controllo microbiologico delle sostanze medicinali durante il processo di produzione dei farmaci è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto. Uno dei parametri importanti nel controllo qualità microbiologico è la ricerca e valutazione della carica microbica o bioburden.
Il bioburden è la popolazione di microrganismi vitali presente in un prodotto prima del processo di sterilizzazione. Essi possono essere virali, batterici e fungosi e possono provenire da tre fonti principali: l’ambiente di produzione, il personale della produzione, e le materie prime compresa l’acqua. Alcuni organismi sono generatori di spore, che sono generalmente quelli più resistenti agli stress ambientali, compresi i processi di sterilizzazione.
Il prodotto può avere poco o nessun bioburden secondo le fasi di produzione, o può contenere alte concentrazioni di organismi di specie diversa. È molto importante imparare il più possibile sul bioburden. Queste informazioni saranno utilissime quando dovranno essere determinati i parametri del ciclo di sterilizzazione.
Le informazioni utili che caratterizzano il bioburden sono:
- i numeri totali di microrganismi che si trovano nel prodotto prima della sterilizzazione;
- tipi di microrganismi presenti;
- numero di generatori di spore resistenti presenti;
- la resistenza del bioburden;
- campionatura della frequenza e analisi statistica.
Nel caso di un processo di filtrazione sterilizzante convalidato è richiesto dall’annex 1 delle GMP che venga determinata la carica microbica della soluzione (bioburden) prima della sterilizzazione su tutti i lotti, ponendo limiti adeguati all’efficienza richiesta dal processo.
Gli orientamenti normativi di FDA e di EMA prevedono un livello massimo accettabile di bioburden, inteso come livello di carica microbica prima della filtrazione sterilizzante, di non più di 10 unità formanti colonie (CFU) per 100 mL di soluzione.
La linea guida EMA afferma inoltre che un volume di campione prelevato prima della filtrazione sterilizzante meno di 100 mL può essere testato se giustificato da una adeguata analisi del rischio.
Tale analisi dovrà tenere conto di diversi parametri di processo quali: volume di filtrazione, superficie del filtro e capacità di ritenzione microbica del filtro sterilizzante, volume del lotto da filtrare.
Tenendo conto di tutti questi parametri volumi diversi da 100 ml possono essere giustificati, senza compromettere la garanzia di sterilità.
Per approfondire:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24265301
CPMP/QWP/486/95 – Committee for proprietary medicinal products – Note for Guidance on Manufacture of the Finished Dosage Form
EMEA/CVMP/126/95: Committee for veterinary medicinal products – Note for Guidance: Manufacture of the Finished Dosage Form