CorporaTech è il centro italiano di ricerca e alta formazione promosso dall’Università degli Studi di Parma, in una joint-venture con PLS Educational.
Il polo scientifico è un punto di aggregazione internazionale aperto a tutte le università italiane e internazionali e a tutte le Società Scientifiche che investono in formazione ai massimi livelli.
«Si tratta di un progetto estremamente ambizioso, e unico nel suo genere: non ne esiste in Italia uno analogo» ha dichiarato Antonio Mutti, direttore del Dipartimento di medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Parma. «Parma diventerà sede di un vero e proprio polo di aggregazione internazionale: non solo fornirà formazione scientifica e professionale ai massimi livelli, ma trasformerà il centro in un motore per la ricerca scientifica ed industriale, in grado sia di attrarre fondi per la Ricerca ma anche di fornire percorsi formativi con didattica altamente operativa caratterizzata da Cadaver Lab, multimedialità e simulazione».
«In qualità di direttore del Dipartimento di medicina Clinica e Sperimentale – continua Mutti – sono particolarmente orgoglioso del coinvolgimento dell’Università degli Studi di Parma, che grazie anche ai finanziamenti e al know-how di PLS Educational, società leader nel settore della formazione medica, e al rapporto con alcune delle più importanti Società Scientifiche, inverte il trend italiano negativo degli investimenti alle Università per la ricerca e lancia una nuova sfida».
La ricerca universitaria in Italia
I dati Eurostat, infatti, certificano una realtà impietosa: nel campo della ricerca universitaria l’Italia si colloca nella parte bassa della classifica tra i paesi industrializzati.
Nel 2014 il valore degli investimenti per la ricerca nelle università è calato di circa il 6%, passando da 5,94 miliardi di euro a 5,59.
Il Centro CorporaTech, con un mix di investimenti pubblici e privati, dà vita a un vero e proprio incubatore scientifico, simile a quelli di paesi come la Germania o gli Stati Uniti dove attorno alle Università si creano dei veri e propri “terreni di coltura” per promuovere ricerca e formazione, e raccogliere investimenti.