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La sindrome del tunnel carpale (STC) è una neuropatia periferica compressiva che causa formicolio e dolore alla mano. È dovuto a un ispessimento della sinovia che restringe il tunnel carpale comprimendo il nervo mediano.

I più colpiti dalla STC sono gli operai che utilizzano il martello pneumatico, le donne over40 e i tennisti. L’uso del mouse, per anni considerato uno dei “fattori di rischio” per lo sviluppo della patologia, non è più sotto accusa.

La L-acetilcarnitina per la sindrome del tunnel carpale se assunta ad uno stadio iniziale della sindrome, può aiutare a scongiurare l’intervento chirurgico
La L-acetilcarnitina per la sindrome del tunnel carpale se assunta ad uno stadio iniziale della sindrome, può aiutare a scongiurare l’intervento chirurgico

In occasione di “Venice day 2016”, il congresso dedicato alle neuropatie periferiche promosso con il contributo non condizionante di Sigma-tau, è stato evidenziato come la STC riguardi milioni di italiani che si trovano a dover affrontare un intervento chirurgico per farsi liberare il nervo. Per molte persone sarebbe preferibile una terapia farmacologica.

Durante il congresso sono stati presentati i dati preliminari di uno studio clinico sull’efficacia della Lac (L-acetilcarnitina) per la STC.

Giorgio Cruccu, direttore Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università La Sapienza e presidente del Congresso, spiega: «Studi recenti su 85 pazienti confermano che il farmaco, se assunto ad uno stadio iniziale della sindrome, può aiutare a scongiurare l’intervento».

La sindrome del tunnel carpale

«La sindrome del tunnel carpale, che è una neuropatia del nervo mediano al polso, è innanzitutto secondaria alle dimensioni di una strettoia fisiologica che tutti noi abbiamo nel polso ma in alcune persone è più angusta che in altre – afferma Giorgio Cruccu. – È una predisposizione geneticamente determinata».

Cosa fare alla comparsa dei primi sintomi, come il senso di addormentamento o di formicolio durante la notte? «Innanzitutto occorre recarsi dal proprio medico di famiglia – consiglia Giorgio Cruccu. – Il problema si presenta all’inizio della condizione, quando il paziente non è ancora in grado di localizzare il disturbo e non c’è alcun segno oggettivo che porti a diagnosticarlo correttamente. In questo caso è necessaria una visita neurologica, un esame elettroneurografico ed eventualmente una risonanza magnetica cervicale. Nel dubbio si può da subito indossare nelle ore notturne un palmare che impedisca alla mano di andare incontro ad eccessive flessioni ed estensioni durante il sonno».

Studio sulla L-acetilcarnitina per la sindrome del tunnel carpale

Lo studio clinico ha valutato l’efficacia della Lac (L-acetilcarnitina) sulla STC. La ricerca è stata condotta per nove mesi su 85 pazienti dai 18 ai 65 anni di età. Ha coinvolto diversi centri di Neurologia tra i quali quello di La Sapienza di Roma.

I dati preliminari stati presentati in occasione del congresso.

«Dai dati preliminari su 40 pazienti abbiamo riscontrato che la terapia con L-acetilcarnitina dà dei risultati inaspettati – afferma Cruccu, coordinatore della ricerca. – Nel nostro gruppo alla Sapienza abbiamo analizzato una popolazione con Sindrome del Tunnel Carpale di grado lieve-moderato in una condizione in cui ci si attenderebbe che il nervo peggiori sempre di più in quanto l’evento patogeno della compressione rimane costante. Invece, abbiamo visto un miglioramento di moltissimi parametri strumentali: questo ci ha sorpresi e ci rende molto fiduciosi sul futuro. La L-acetilcarnitina non solo è utile se assunta ad uno stadio iniziale della sindrome, ma si conferma un adeguato trattamento che può talvolta posticipare l’intervento. Quando, invece, la sindrome è ad uno stadio avanzato, allora in quel caso l’operazione chirurgica è l’unica alternativa».

Studio osservazionale sulle neuropatie periferiche compressive

Al congresso, che ha visto la partecipazione di specialisti in Neurologia, Ortopedia, Fisiatria, Reumatologia, è stato presentato anche uno studio osservazionale real life sulle neuropatie periferiche compressive, in particolare lombosciatalgia, cervicobrachialgia e Sindrome del Tunnel Carpale.

Lo studio ha coinvolto in due mesi 130 medici di medicina generale e oltre 1000 pazienti.

«Ai medici di base è stata proposta inizialmente una breve formazione sulle modalità di riconoscimento del dolore neuropatico e sulle modalità cliniche di indagine – ricorda Lucio Santoro, direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università Federico II di Napoli. – Dallo studio è anche emerso che la Sindrome del Tunnel Carpale è la neuropatia più frequente dopo le lombosciatalgie e le cervicobrachialgie. Il medico di base quindi si confronta con la STC  molto spesso. Dallo studio è emerso che esiste la possibilità con determinate sostanze, come la LAC,  di facilitare la sopravvivenza delle fibre nervose fornendo un substrato neurotrofico,
particolarmente utile per facilitare la riformazione dell’avvolgimento delle fibre nervose».