Alcune persone possono presentare sensibilità immunitaria a farmaci comuni, che può dar luogo ad effetti indesiderati di natura allergica anche gravi. Nuovi indizi su come alcuni farmaci largamente diffusi, come i salicilati o gli antinfiammatori non steroidei, agiscono sulle cellule MAIT (mucosal associated invariant T cell) – coinvolte nel riconoscimento delle infezioni da parte del sistema immunitario – provengono dalla ricerca condotta dal team multidisciplinare delle università australiane Monash, di Melbourne e del Queensland. I risultati pubblicati su Nature Immunology indicano che alcune molecole farmacologicamente attive sono in grado di impedire tale riconoscimento da parte delle cellule MAIT, mentre altre attivano il sistema immunitario in un modo indesiderato. Le simulazioni ottenute tramite computer modelling hanno permesso di predire le strutture chimiche, tra cui ad esempio il diclofenac e i metaboliti delle molecole considerate, che possono agire a livello delle funzioni delle cellule MAIT.
“Le cellule T proteggono il corpo ‘monitorando’ le altre cellule per i segnali d’infezione e attivano il sistema immunitario quando rivelano un invasore. Ciò dipende sia dal fatto che le cellule T conoscano ciò che vanno cercando e che le altre cellule gli inviino le informazioni necessarie”, ha spiegato Andrew Keller, che ha coordinato la ricerca. Il team si aspetta che i risultati ottenuti possano supportare una migliore comprensione dei processi di risposta immunitaria e offrano nuovi strumenti per mantenere sotto controllo nei pazienti predisposti alla sensibilità ai farmaci. La possibilità di aumentare o diminuire la risposta immunitaria agendo a livello di questo tipo di cellule potrebbe anche aprire le porte a nuovi approcci terapeutici. “Una migliore comprensione delle interazioni tra le cellule MAIT e altre cellule ospiti potrà permettere di predire ed evitare i farmaci che le influenzano e che possono creare danno”, ha sottolineato Sidonia Eckle del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity.