Nonostante il 2016 sia stato un anno di consolidamento del processo di ripresa, con il prodotto interno lordo (PIL) che ha fatto segnare un +0,9%, siamo ancora ben lontani dai livelli precedenti la crisi del 2008. Purtroppo, ancora oggi, il Paese non è stato in grado di recuperare il deciso ridimensionamento del sistema produttivo degli ultimi anni che ha avuto quale conseguenza la sensibile diminuzione del numero di imprese con relativo calo dell’occupazione. Sono questi alcuni degli elementi maggiormente rappresentativi del nostro sistema industriale presenti nel “Rapporto annuale 2017. La situazione del Paese” presentato dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).
I dati Istat
I consumi finali nazionali (+1,2%) e gli investimenti fissi lordi (+2,9%) hanno registrato un’accelerazione, mentre le esportazioni hanno segnato una crescita relativamente più contenuta rispetto al 2015 (+2,4% rispetto al +4,4%). Ma non per tutti i settori è andata allo stesso modo. Imprese che hanno avuto la capacità di innovarsi e investire hanno saputo affrontare la crisi meglio di altre e insediarsi in mercati con tassi di crescita sopra la media. È questo il caso del sistema degli autoveicoli, in sensibile aumento soprattutto nei Paesi dell’Unione europea, insieme agli articoli medicinali, i prodotti alimentari e delle bevande nonché a quelli dell’abbigliamento.
La crescita del comparto farmaceutico italiano
In particolare il settore della farmaceutica, chimico-medicinali e botanici fa segnare l’aumento delle esportazioni più incisivo grazie a un valore della produzione superiore ai 30 miliardi di euro di cui il 70% destinato ai mercati esteri.
Questi dati confermano l’importanza dell’industria dei medicinali per l’economia nazionale che dal 2010 ad oggi riporta una crescita del proprio export ben oltre il 50%. Un trend così positivo non può vantarlo nessun altro Paese europeo nonostante il perdurare delle condizioni favorevoli del mercato a livello globale. In proposito vale la pena ricordare che le previsioni per gli anni a venire indicano un tasso di aumento delle vendite compreso tra il 4 ed il 7% pari a un valore complessivo di circa 1.400 miliardi a prezzi di realizzo dell’industria (Fonte: CARG 2016-2020).
Rispetto al sistema del farmaco italiano, grazie ai dati messi a disposizione da Farmaindustria, è utile sottolineare come circa il 60% del capitale è in mano a soggetti esteri, sebbene le prime dieci imprese a guida “domestica” producono un fatturato di oltre 12 miliardi di euro. Sul podio salgono Menarini (3,5 miliardi) seguita da Chiesi (1,6 miliardi) e Bracco (1,36 miliardi).
Le prospettive per il Pharma
Le prospettive dell’ISTAT per il 2017 danno un aumento del PIL pari all’1,0% in termini reali. Si tratta di un tasso di crescita, che se fosse confermato, sarebbe lievemente superiore a quello registrato negli ultimi due anni.
Insomma, per il settore farmaceutico del Paese ci sono tutti i presupposti per migliorare ulteriormente le proprie performance con ricadute positive non solo rispetto ai bilanci delle proprie aziende ma anche riguardo il numero degli addetti, che potrebbe superare quota 130.000 (numero che tiene conto delle aziende dell’indotto), oltre che i livelli degli investimenti in produzione e ricerca e sviluppo.