Il 2016 ha visto una crescita del mercato degli antistaminici sia in termini di spesa (oltre 126 milioni di euro, +1,7% vs. il 2015) che di volumi (+1,3%, con oltre 378 milioni di unità standard vendute). I dati Istat indicano in circa 10 milioni le persone affette da allergia (più del 15% della popolazione totale), una patologia che rappresenta la terza causa di malattia cronica dopo osteoporosi, artrite e ipertensione.
La Campania è al primo posto nel consumo di antistaminici per abitante, con un punteggio di 22,3 dosi giornaliere per mille abitanti – indicano i dati di QuintilesIMS Italia – seguita dalla Puglia con 19,8 e dal Lazio con 18,1. Tra le regioni del Nord, la Liguria vede il consumo più alto (20 dosi die/abitante), mentre il Friuli Venezia Giulia chiude la classifica con 11,7 dosi.
A livello dei cinque principali Paesi europei, l’Italia ha il consumo più basso di antistaminici (17,3 unità standard giornaliere per mille abitanti, vs. le 28 della Gran Bretagna, 26,2 della Spagna e 18,7 della Germania).
Il mercato totale dei cinque Paesi vale oltre 670 milioni di euro (valori prezzo al pubblico). La Spagna ha segnato nell’ultimo anno la più elevata crescita dei consumi (+4,1% in volumi) seguita da Regno Unito (+3,5%) e Germania (+3,1%), mentre la Francia ha visto nell’ultimo anno una diminuzione per unità standard dello 0,3%. Al minor consumo di antistaminici si contrappone però una più alta spesa pro capite giornaliera per mille abitanti, a causa soprattutto della minore presenza di farmaci.
In Italia il consumo di farmaci corticosteroidi per il trattamento dei sintomi respiratori delle allergie è minore che negli altri Paesi.