La ricetta per far diminuire i costi del trattamento della degenerazione maculare correlata all’invecchiamento (AMD, che oggi vede il ricorso alle costose iniezioni intra-oculari di farmaci quali il ranibizumab) potrebbe venire da un maggior ricorso all’uso d’integratori alimentari a base di luteina e zeaxantina. La proposta viene dall’ultima analisi pubblicata da Frost & Sullivan “Economic benefits of using lutein and zeaxanthin food supplements in the European Union”, secondo la quale ammonterebbero a oltre € 6,2 miliardi i possibili risparmi annui che potrebbero derivare da un’assunzione giornaliera di 10 mg di luteina e 2 mg di zeaxantina negli over 50 affetti dalla malattia. Sono attualmente circa 17,1 milioni i pazienti affetti da AMD in Europa, di cui circa 2,5 milioni quelli colpiti da una degenerazione grave che mette a serio rischio la vista.
I costi della degenerazione all’ultimo stadio
Il rapporto elaborato dal Visionary Science team di F&S stima in circa € 89,46 miliardi l’anno i costi per il trattamento dei pazienti con forme gravi e all’ultimo stadio della malattia, inclusivi sia dei costi diretti della terapia che di quelli indiretti. Ogni paziente che passa dallo stadio moderato a quello grave dell’AMD corrisponde ad un aggravio di poco meno di 35 mila euro dei costi di cura. Secondo Christopher J. Shanahan, Global director di Frost & Sullivan, il consumo delle succitate quantità di luteina e zeaxantina da parte dei pazienti over 50 con degenerazione maculare moderata assicurerebbe il doppio vantaggio di ridurre il rischio di un aggravamento della patologia e di risparmiare il 7% dei costi per il trattamento delle forme avanzate. “Ciò risulterebbe anche in un risparmio netto di € 4,97 miliardi l’anno e in rapporti beneficio/costi largamente positivi per ciascuno dei paesi membri dell’UE – ha dichiarato Shanahan -. È sempre più difficile ignorare il fatto che l’integrazione alimentare possa giocare un ruolo critico nel futuro di come la sanità verrà finanziata, rifornita ed erogata in Europa”.
Il consumo degli integratori da parte degli adulti over 50, senza AMD o con la malattia in forma moderata, potrebbe teoricamente anche portare ad una diminuzione della prevalenza della stessa, ha spiegato il professor Jean-François Korobelnik, a capo del dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale universitario di Bordeaux.