Nuovi modelli di pagamento per i medicinali innovativi ad alto costo, un benchmark per l’accesso alla sanità in Europa e gli strumenti per la valutazione delle cure primarie sono i tre argomenti delle Opinioni dell’Expert Panel della DG Santé sull’accessibilità delle cure pubblicate lo scorso 9 febbraio sul sito della Commissione. Il gruppo di lavoro è responsabile per l’identificazione delle modalità più efficienti per gli investimenti in sanità, un’attività fondamentale per delineare le future politiche in tema di salute dell’Unione Europea.

L’Expert Panel della DG Santa ha emesso tre Opinioni sull’accessibilità delle cure

Modelli di pagamento innovativi

Sono ormai disponibili molte nuove terapie innovative in grado di mettere in atto una lotta più mirata, e spesso personalizzata, a molte gravi malattie. Basti pensare all’impatto che ha avuto l’introduzione delle nuove terapie antivirali contro il virus dell’epatite C, o le moderne terapie antitumoraliali che sono in grado di combattere in modo specifico i singoli sottotipi dei tumori. Il rovescio della medaglia è rappresentato dai costi estremamente elevati di questi nuovi approcci terapeutici: l’ultimo caso in ordine di tempo, solo per fare un esempio, è quello della terapia genica di Spark Therapeutics contro la cecità progressiva, che ha un costo di $ 850 mila per ciclo di cura. Cifre chiaramente insostenibili per i sistemi sanitari, che richiedono quindi lo sviluppo di modelli di pagamento innovativi per farvi fronte.
Secondo l’Expert Panel non esiste un unico modello di pagamento in grado di rispondere al meglio a tutte le situazioni: secondo il documento, l’obiettivo deve essere quello di assicurare ai pazienti l’accesso all’innovazione, assicurando al contempo che le aziende sviluppino un’innovazione “che conta” e che i sistemi sanitari siano sostenibili. L’Opinione (leggila qui) delinea quindi alcuni principi generali che dovrebbero guidare le varie autorità nazionali nello sviluppo delle modalità specifiche per ciascun paese:

  • Una maggiore trasparenza dei prezzi e dei costi, incluso il riconoscimento che i prezzi elevati (alti costi per i payer) possono o meno poggiare su costi elevati di R&D;
  • La revisione delle modalità di promozione dell’innovazione per mezzo delle normative sui brevetti e l’esclusività di mercato, per ricompensare l’innovazione di valore elevato, in modo particolare per le aree neglette di attenzione definite in modo consensuale. Oltre ai classici brevetti, l’Opinione propone anche di esplorare nuovi modelli di promozione dell’innovazione, che potrebbero anche venire associati a regole diverse per il finanziamento della ricerca (ad esempio, con un meccanismo di “prize-awarding”).
  • Lo sviluppo di metodi per misurare in modo sistematico il valore sociale dei prodotti farmaceutici, all’interno dei processi di Health technology assessment;
    Valutare il potere del mercato per ogni negoziazione di prezzo, poiché la protezione assicurativa posta in essere dai sistemi sanitari riduce il ruolo della sensibilità del prezzo per il consumatore, limitando gli aumenti di prezzo per i nuovi prodotti sotto brevetto;
  • Definire modalità migliori per ricompensare i prodotti a più alto valore terapeutico in modo da dirigere gli sforzi dell’innovazione verso le aree più innovative;
  • I sistemi di pagamento dovrebbero evolvere verso la possibilità di pagare per l’acquisizione di un servizio (il trattamento) invece che di un prodotto (la compressa);
  • Esplorare sistemi di pagamento non lineari, tra cui il bundling, gli accordi prezzo-volume, le differenziazioni per area geografica o indicazione terapeutica;
  • Creare una piattaforma di dialogo tra tutti gli stakeholder.

Un benchmark per l’accesso

La seconda Opinione (scaricala qui) è volta ad assicurare un più uniforme accesso alle cure su tutto il territorio dell’Unione. L’Expert Panel ha quindi individuato una serie di benchmark sia qualitativi che quantitativi per la valutazione dei progressi verso il soddisfacimento dei bisogni ancora disattesi in tema di salute.
Il primo passo deve necessariamente essere quello di stabilire esattamente tali bisogni e di mettere in atto i trattamenti più indicati rispetto al singolo caso, anche solo di carattere palliativo ove necessario. Il gruppo di esperti sottolinea nel documento come ci potrebbero essere ragioni cliniche per negare il trattamento a fronte di risorse limitate (come in caso di un basso rapporto costo-efficacia), ma che ciò non deve tuttavia impedire di ricorrere al trattamento su basi morali.
Il ricorso a dati provenienti da sondaggi quali il Survey of income and living conditions (EU-SILC), indicanti se le persone non hanno ricevuto risposta ai propri bisogni di salute, rappresenta attualmente uno strumento pragmatico individuato in tal senso dall’Opinione.
Il Panel ha anche dato attenzione alle situazioni particolari che si riscontrano in alcuni Stati membri, sottolineato come si possa pensare di definire un target per i bisogni inattesi in linea con quanto già raggiunto per i gruppi più previlegiati all’interno degli Stati più performanti. Un obiettivo per il momento iraelistico, secondo l’Opinione, in quanto il divario tra le varie aree geografiche è ancora troppo elevato. La riduzione del divario richiederebbe l’investimento di molte risorse, non solo di tipo finanziario. Il valore di benchmark che dovrebbe rappresentare il target è stato definito come valore medio raggiunto dagli Stati più performanti; l’aspettativa è che il gap possa venire ridotto del 50% in un periodo di tempo che il Panel propone in tre anni.
L’Opinione ha anche affrontato il tema dell’identificazione di un insieme di indicatori di secondo livello, sempre all’interno dei dati EU-SILC, ed ha sottolineato come appaia irrealistico  identificare un sistema standardizzato di reporting. Il suggerimento è, piuttosto, che ogni Stato identifichi i gruppi più svantaggiati e sviluppi un rapporto sui bisogni inattesi di tali persone, che includano anche le raccomandazioni per risolverli.

Misurare la performance delle cure primarie

La terza Opinione (leggila qui) si rivolge agli strumenti per misurare l’efficacia dei modelli di cure primarie messi in atto dai diversi paesi dell’Unione. L’analisi ha preso in considerazione sia la complessità strutturale e operativa e le modalità di erogazione dei servizi che gli esiti di tali attività, misurati in termini di equità di accesso, qualità e sostenibilità finanziaria dei diversi modelli.
Sono stati quindi identificati un insieme di 10 domini chiave per l’assistenza primaria: universalità e accesso, integrazione, centratura sulla persona, comprensività e orientamento alla comunità, capacità di risolvere (con alta qualità) i bisogni di salute individuali, partnership sostenibili con i pazienti e i caregiver informali, coordinamento delle cure, continuità delle cure, organizzazione delle cure primarie, risorse umane nelle cure primarie. Ciascuno di questi domini chiave è descritto da un insieme di indicatori fondamentali ed addizionali.
L’Expert Panel ha anche identificato alcuni step procedurali indispensabili per poter effettuare una valutazione delle performance e ha raccomandato alcuni criteri per la selezione di indicatori che risultino rilevanti a tal fine.