Durante il quarto Forum Sistema Sanità che si è svolto alla stazione Leopolda di Firenze il 10 e l’11 ottobre scorsi, le giurie di Leo Contest e del Rare Disease Hackathon, le due competizioni previste dall’evento, hanno espresso il loro verdetto.

Leo Contest

Per quanto riguarda la prima ‘gara’, ossia Leo Contest, le sei squadre composte da 43 studenti universitari delle facoltà di ingegneria, medicina e comunicazione, si sono sfidate con l’obiettivo di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per produrre due ‘macchine’ virtuali: la “Badante on line” e il “Mind helper”. I due sistemi dovevano essere in grado di interagire sia con il malato che con il sistema sanitario in modo da garantire assistenza, informazioni e supporto.

La migliore “Badante on line” è stata quella del progetto Sima: una figura virtuale dedicata alle persone anziane ma autosufficienti. La ‘badante’ è stata in grado di redigere un’agenda, una sorta di memorandum riguardante cose indispensabili da ricordare come la terapia da prendere o le visite mediche da eseguire, ma non solo. L’intelligenza artificiale si è infatti dimostrata capace anche di intrattenere la persona, per esempio con la lettura di audiolibri, e di spedire richieste di soccorso.

La ‘Mind Helper’ più gradita dalla giuria della Leopolda è stata invece Happy mamma 2.0, upgrade di un’applicazione già esistente in Toscana in grado di monitorare i segni iniziali della depressione post partum.

In occasione della premiazione del Leo Contest, Nicola Pinelli, direttore di Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) ha dichiarato: “In questi due giorni abbiamo visto all’opera la meglio gioventù. Mettendosi alla prova, questi ragazzi hanno dimostrato che il sistema sanitario è un patrimonio di tutti, e che i giovani sono impegnati a farsi carico della società. Le loro idee sono brillanti. Adesso spetta noi diffonderle affinché qualcuno le noti e le metta in pratica”.

Rare Desease Hackathon

Il premio da 5mila euro destinato al vincitore del contest ‘Rare Desease Hackathon’ è stato invece vinto dal progetto Allevia. Si tratta di una piattaforma elaborata per i bambini colpiti da malattie rare e finalizzata ad aiutarli a non rimanere isolati dall’ambiente scolastico e dal programma di studio della propria classe. Il sistema consente ai docenti di essere sempre informati sullo stato di salute del loro piccolo allievo e permette la comunicazione tra il bambino, gli insegnanti, la famiglia e i compagni di scuola. La competizione destinata alle malattie rare e promossa da Shire Italia, ora acquistata da Takeda, si è così conclusa con successo.

Malattie rare

Le malattie rare sono così definite perchè hanno un’incidenza nella popolazione generale inferiore allo 0,05%, pari a meno di 5 casi ogni 10 mila abitanti. Si tratta di oltre 7000 patologie la maggior parte delle quali sconosciuta e priva di terapie efficaci. La diagnosi iniziale è inoltre molto complessa e viene sbagliata 40 volte su 100.

L’80% delle malattie rare riconosce una causa genetica e circa il 50% colpisce i bambini.

Le associazioni pazienti sono state attivamente coinvolte nel Rare Disease Hackaton 2019 con il preciso ruolo di fornire idee ai ragazzi e di valutare i progetti proposti, tra queste: UNIAMO, Associazioni Pazienti Emofilici afferenti a FedEmo, Un filo per vita, ANNA, AIMPS, AIP, AAEE, AIG, AIAF, CIDP.

Rita Cataldo, amministratore delegato di Takeda Italia, ha dichiarato in merito: “le malattie rare sono una delle aree in cui Takeda è già attiva da anni e nella quale, dopo l’acquisizione di Shire, intende confermare il suo impegno nella ricerca, investendo sempre di più. Per questo motivo abbiamo scelto di coinvolgere i giovani e le start up, che potranno mettere in campo le loro capacità per far avanzare le digital health e contribuire al miglioramento per la vita dei pazienti affetti da queste malattie”.